epifanie

La risacca ha lasciato legni sulla riva,
accade anche a noi dopo le tempeste
e non sappiamo che fare degli antichi naufragi,
già poche scaglie d’azzurro commuovono.
Sono segni del viaggio compiuto
e della vita perseguita,
nella vischiosita che cresce,
i ricordi che si divorano.
Mai come adesso sono la somma dei miei errori,
delle passioni che tutto hanno riscattato,
dei compagni che hanno creduto
dissolvendosi nel fiume
che pensavano di guidare.
Il cuore ritorna a dove si vive
ma altro speravamo,
Tra il successo e fallire spesso manca poco,
si confondono i significati nell’ultimo sforzo,
ma in fondo se s’impara la bellezza
mai si è perduto,
chi strappa un fiore la malintende
perché non si possiede
né il bello né la verita
e se poi una rosa illumina una casa,
è sua la bellezza
gli altri forse ne vedranno la fatica
d’essere ancora vita
che accompagna la luce.

sempre

absenzia

Arriveranno pensieri, auguri, inviti,
le cose belle si mischieranno all’assenza,
ma l’ accesa stagione non colmerà i vuoti.    E se d’intanto in tanto, il verde,
occhieggerà imperioso,
e il marrone sembrerà passato,
pronto a tramutarsi in rosso cuore,
resterà l’assenza, la sera, soprattutto,
quando sospende l’ultimo canto degli uccelli di luce
quando c’è un silenzio in cui si colloca ogni attesa,
e non è il buio della notte,
e non è il cielo ancora pieno di chiaro,
ma è il cuore che si guarda dentro
e non trova.

la vita sobria

incerte direzioni

un silenzio, due silenzi, una parola

esami di maturità

del tempo le finzioni corrompono il possibile

una torcia lanciata nella notte

la violenza è diventata il diritto