dell’ascoltare la propria ignoranza

l’anestesia del particolare

pensare d’essere pensati

specchi, inquieti specchi

andare, si andare

DSC03695

lo scrutatore non votante

p.s. pare che al minuto 6.24 ci sia un errore interpretativo, se non me l’avessero detto non me ne sarei mai accorto e mi sarei goduto la bellezza sublime della musica e di chi la suona, senza quel minimo di retro pensiero.

l’affetto delle cose

,

credere

vento d’aprile

Il vento spinge folate di pollini,
generoso lontano li cosparge,
le dita stropicciano,
e s’arrossano gli occhi.
Della passata stagione,
ancora c’è il fresco
ma i fiori che piovono dagli alberi,
son nuovi,e han fatto tappeto 
per insegnarci a non pesare
sulla bellezza e sul tempo.
Nel muro il glicine col gelsomino
abbracciato resiste, 
e attorno l’aria
si profuma di vertigine
e di vita che vive.

dopo la folla la solitudine

Tutto quello che si fa, quindi, lo si fa per paura della solitudine? E’ per questo che rinunciamo a tutte le cose di cui ci rammaricheremo alla fine della vita? E’ questo il motivo per cui diciamo raramente ciò che pensiamo? Per quale altra ragione ci abbarbichiamo a tutti questi matrimoni in frantumi, alle false amicizie, ai noiosi pranzi di compleanno? Che cosa avverrebbe se rompessimo con tutto questo, se ponessimo fine al ricatto strisciante e prendessimo partito per noi stessi?…                    

Pascal Mercier  Treno di notte per Lisbona


Ed esiste un’ ulteriore solitudine che brucia le navi, che si spinge sempre innanzi cercando quel pezzo di sè che manca e che non c’è mai stato. Alle risposte bisogna pure trovare una domanda convincente. Anche la scrittura è una risposta, anche il lavoro è una risposta. Funziona fino alla deprivazione di sè e allo scavare nel posto sbagliato, ma scavare è comunque una attività che occupa tempo e genera speranza.  
La stagione continua tiepida, favorevole ai percorsi tra case che scelgono l’equilibrio tra il dentro e il fuori. Raccoglie parole, la casa, dai libri, dalla radio che sussurra senza obbligo di verifica. E poi accende le luci, mette musica su giradischi e lettori cd, lancia richiami : a dopo, sì,… ci si vede.

Allora una paletta da croupier allontana la solitudine oltre il tavolo verde. Ma tornerà in gioco ed ogni volta la posta sarà più alta: rien ne va plus, si vince, si perde, fate il vostro gioco.