
Mi piace l’idea che i nostri tassisti prendano nome dai Thurn und Taxis, che oltre a fare gli esattori e i principi (e ospitare Rilke a Duino), gestivano il servizio postale nei paesi del sacro romano impero. Mi piace perché un’ascendenza nobile giustifica l’attaccamento al passato, ai privilegi, mentre il mondo cambia e mette i villani nei castelli. Ma in realtà non è così, e le regole che valgono nel nostro paese, buone o cattive che siano, non sono assolute. Nel paese in cui ero sino a qualche giorno fa, il Senegal, i taxi erano tantissimi e scalcinati. Si contrattava il prezzo prima di salire, il tempo per arrivare era un problema del tassista. Tutto questo in un traffico caotico, con pochissime norme, e pieno di eccezioni: bastava non farsi male. Questa è una liberalizzazione selvaggia, non priva di fascino devo dire, perché se uno ha i soldi e vuole la macchina bella, chiama un’agenzia specifica, altrimenti tutti uguali nel traffico. Lo stesso sistema non l’ho visto solo in Africa, ma in sud America, in Cina, in medio oriente, nei paesi dell’Est, ecc. ecc. E non significa nulla, se non che i sistemi non sono immutabili e nessuno è perfetto. Così vengo a casa nostra, premetto che ho conoscenza delle cose come stanno, e quindi mi sono formato un’opinione, che non è più autorevole, ma si può fare. Bene, mi pare sbagliato che una licenza pubblica possa essere oggetto di eredità senza un limite, questo vale per uno stabilimento balneare, per un suolo con diritto di superficie, per un plateatico, ecc. ecc. quindi essa dovrebbe avere una durata, essere onerosamente rinnovata, decadere con il mancato esercizio da parte del titolare, stabilendo casomai, una prelazione nella continuità dell’attività, e così via. E’ troppo difficile? Mah, non credo, se si esce dall’età di mezzo in cui c’erano sì i privilegi regi o papali, ma anche i ducati venivano riconcessi alla morte del duca. Se una persona compra una licenza è per usarla, non per rivenderla. Magari questo principio avrà bisogno di gradualità, e questo va bene, facciamo 5 anni? Poi tutti alla pari e quando l’ esercizio della concessione cessa, farmacie comprese, si va a concorso, magari ricomprendendo una buonauscita per chi cessa l’attività. In realtà quello che non si vuole smantellare è un mercato drogato dove si vende qualcosa che ha un valore fittizio, e per mantenere il quale bisogna che cessi il libero mercato e la concorrenza. Ma se non c’è un cambiamento tangibile, in un tempo certo, come lo spieghiamo a quelli che dovevano andare in pensione quest’anno e ci andranno, forse, tra cinque anni? In realtà alcune categorie, non persone, difendono se stesse a prescindere, oltre il merito e il momento, però credo anche che generalizzare non faccia mai bene, molti tassisti non hanno redditi da professionisti, e casomai bisognerebbe cercare tra gli orafi, i bar, i ristoranti, ecc. ecc. qualche tesoro nascosto. Devo anche dire che i tassisti non hanno fatto molto per far essere simpaticamente ligi: cosa sono quegli straccetti di carta pubblicitaria, magari di night club, che mi vengono dati per ricevuta? Più di una volta ho dovuto protestare perché non si capiva nulla, oltre l’importo, anzi un abusivo mi ha dato una ricevuta di un’altro taxi, e mica si capiva, il taxi era eguale agli altri, poi cercando il mio telefonino smarrito ho scoperto che era abusivo. Poi perché il metodo per tariffare una corsa è il tempo e non il percorso? Perché devo pagare l’inefficienza del comune nel regolare il traffico, che è anche quello che mi impone la tariffa. Doppia beffa. E’ ora di stabilire che nessun mercato è privilegiato, che i monopoli non esistono e che gli utenti devono poter contrattare i servizi. Quanto questo costi in termini elettorali ce lo potrebbe spiegare il sindaco Alemanno, ma se i tassisti, i farmacisti, i tabaccai, gli edicolanti, i baristi, i notai, gli avvocati, i commercialisti, ecc. ecc. sono un’eccezione intoccabile, alla fine sappiamo bene chi resta. Pagassero almeno le tasse fino in fondo, ma neppure questo è concesso verso chi ogni mese scopre che lo stipendio si decurta ed ha il rischio assoluto del licenziamento. Bisogna mettere mano al sistema delle caste, non perché questo ci porterà fuori dalla crisi, ma perché lo stato, le regole, il lavoro, i pesi e i diritti devono essere uguali, altrimenti ogni efficienza, ogni cambiamento sarà impossibile, e la gestione della cosa pubblica dovrà procedere per eccezioni. E sulle eccezioni si reggeva il sistema feudale, non lo stato democratico.
p.s. leggo che nel provvedimento del CdM i taxi sono stati tolti e demandati all’autorità sui trasporti. Tutti bravi a bastonare chi lavora a reddito fisso.
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