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Informazioni su willyco

mescolo tempo e vita con passione e sono curioso, mi occupo più o meno di sviluppo territoriale compatibile con chi ci vive, annuso il presente. Difficilmente troverete recensioni di libri o di film tra queste note, anche i versi citati sono rari, perché mi piace la poesia come fatto personale. Ci saranno pochissimi giudizi, gran parte dello scrivere sono impressioni. Per le analisi sono noioso e lascio perdere. Non troverete un canovaccio prestabilito, ad altro è riservato questo luogo, di fatto è uno zibaldone del senso del mio tempo. Gran parte delle mie opinioni sono parziali, si basano su tesi affini e non assolute, sono verificate per quanto possibile, per voglia, per interesse. Ho dei principi basati anch'essi su un'etica appresa e rielaborata, su concetti di giusto e ingiusto che cercano di contemperare il desiderio con la realtà. Di mio ho aggiunto una sensibilità verso l'uomo, la sua carenza di protezione di fronte alla violenza, all'arroganza. Quindi mi muovo in un relativo che per parte piccola o grande è mio e per buona parte mi viene da ciò che ho appreso. Non insegnato, appreso, perché ho aggiunto una discreta propensione al rifiuto e alla libertà connessa. Quindi, traete voi le conclusioni perché tengo a poche cose per davvero e il resto è opinabile.

l’età e l’innocenza

mattina

Un mattino morbido avvolge le finestre nella luce,

le tende si gonfiano di tenui colori,

È un tempo dolce che chiede ascolto, anche gli oggetti non hanno fretta,

si mostrano

col piacere languido delle cose,

che osservano il respiro lungo della notte.

Trascorsi i sogni, grani d’infanzie mai chiuse,

il risveglio è gemma di voglia

che si protende verso l’aria nuova.

I profumi del caffè sono densi e quieti.

annunciano che c’è tempo

e sarà nella corteccia d’altro tempo.

Un brusio sommesso

arriva da lontano,

incauto, indifferente,

è decrittata immagine di vita

che si svolge,

libro che il vento sfoglia è non fa leggere.

La pipa sul legno attende,

il computer è chiuso:

piante nell’acqua in controluce,

mentre un taglio di sole sceglie tra i libri,

la musica,

le frasi per dirsi.

Intanto la radio racconta,

appende parole,

le cuce con fili sottili.

Le sgrano una per una,

le scompongo nel suono,

che sia questo uno dei significati dell’udire?

Non ascoltare più,

render proprio ciò che per altri è diverso, vederne la trama,

e perdersi nell’inutile

così denso di significato.

una comune attesa

di chi sono?

primavera a febbraio

Lavava la camicia come s’usava un tempo,

la tela insaponata su se stessa strofinata.

E attorcigliava e risciacquava,

riassumendo attento

mentre parlava con la vita.

Ma non aveva un ruscello a disposizione,

un flusso d’acqua chiara,

solo una bacinella e la rastrelliera

davanti la chiesa dei Cappuccini.

E intanto pioveva a raffiche

mentre lui lavava

immergendo e sbattendo la camicia sulla rastrelliera.

A capo scoperto, cantava

come fosse in chiesa

con parole chiuse in gola,

grumi di vocali buttate

in mezzo a consonanti di saliva.

Cantava strascicando le parole,

per ascoltarne il suono

sotto la pioggia, si fermava,

muto.

E nessuno chiedeva.

dagli ombrelli frettolosi,

dalle paste della domenica,

dai passi sottobraccio.

Il piazzale si vuotava

e per lui già era primavera.

scorre del buio il ritmo

auto ritratti

mantra dei piccoli amori

mattina di fine gennaio

le case attendono