In pile riordino libri, allineo oggetti. A sinistra le pagine bianche, ciò che attende di esistere, a destra il fare, l’essere, lo stare. Eppure mi sembra strano questo movimento che ondeggia dall’una all’altra parte come acqua in un catino e che, tutt’attorno, di sé spande tracce. Io vorrei bagnare solo chi davvero voglio. Bisognerà allora fare un passo indietro, guardare l’opera, i colori allineati, gli oggetti e se ancora resta una scontentezza senza nome, l’ordine non ci è stato amico Ma c’è sempre una via d’uscita, basta rovesciarsi nel vedere. Reversibili sono le macchine della mente che funzionano davvero, a sinistra ciò che si è fatto, allora, e a destra il divenire.
E’ sera e sono stanco di tanto muovere le cose, ma ora, nei miei scaffali, le pagine bianche, gli oggetti che saranno, puntano ad est, nel cuore del sole ancora nuovo, e così una transitoria tranquillità m’ha preso.