Tutto allora si fa per paura della solitudine?
È per questo che rinunciamo a tutte le cose di cui ci rammaricheremo alla fine della vita?
È questo il motivo per cui diciamo raramente ciò che pensiamo sino in fondo? Per timore di perdere chi ci vede e vuole diverso.
E per quale altra ragione ci abbarbichiamo alle false amicizie, ai noiosi pranzi di compleanno?
Cosa avverrebbe se rompessimo con tutto questo, ponendo fine all’abitudine della compagnia e prendendo partito per noi stessi?
p.s. alle domande cercherò di dare risposta molto parziale con una lettera ad una immaginaria interlocutrice, ma questo sarà un lungo scrivere seguente che i miei pochi frettolosi lettori potranno saltare allegramente.