Leggo abbastanza addietro e trovo una scrittura puntuta, asciutta. A tratti nervosa. Ricca di insoluti. Un pensiero che borbotta tra sé e poi esce per incontinenza. Più sotto, sento il raffrenarsi perché dire troppo non conviene mai. Spesso le chiusure si sospendono, lasciano i compiti per casa, le soluzioni aperte. E cosa c’è di meglio di una chiusura che apre?
Gli aggettivi non ridondano, c’è una ricerca delle parole nella memoria, non nel vocabolario, si sente che esse portano ad altro e affascinano. Mancano, o sono rare, le similitudini e quindi è attenuata la voglia di trarre un insegnamento generale dal particolare. L’aforisma però è presente, la sua asciuttezza ammalia lo scrivere. È pur sempre un po’ moralistico, ma ha la funzione di mettere in ordine le idee e aiuta chi si contrappone: a nettezza si risponde con nettezza.
Complessivamente è il giorno a fare da padrone: ciò che accade urge e trabocca. C’è un piacere nell’urgenza, ovvero quello del consumare perché il tempo lineare non concede ripetizioni. Emerge la necessità di avere più tempi a disposizione, e lasciare che ognuno possa dare ciò che può. Sono scritti notturni o diurni, formazione che è salita, con gioie e fatiche inattese. Insoddisfazione, che implica necessità di soddisfare. Perfezione e innocenza per andare oltre alla realtà, così imperfetta e complicata di colpe non sue. Autoironia e consapevolezza dei limiti messi in una tensione febbrile, vissuta molto più dentro che nelle parole che anzitutto parlano al sé. Priorità, per fortuna, alterate rispetto a ciò che conviene ed è utile. La ricerca di un equilibrio non è pace, ma oltre. E in questo oltre c’è il futuro.
“La ricerca di un equilibrio non è pace, ma oltre. E in questo oltre c’è il futuro.”
Due affermazioni di lucida morale che persegue e rispetta con entusiasmo e pacatezza.
In una sola: attenzione e necessario, giusto orgoglio.
Buona serata Will.
Hai ragione, ho una deriva speranzosa verso una morale nelle cose, nei fatti, nella percezione dell’accadere. E anche il gramelot che segue ne è dimostrazione,
“Auto-recensione” … ossia recensione dei tuoi scritti e/o pensieri fatta da te che li componesti ?!? 😯
Accade … ma è ormai tanto tempo che ti leggo, @Willy caro e, pur non potendo io affermare di conoscerti in maniera esaustiva, oso “togliere” quel prefisso “auto” che parrebbe il ‘modus operandi’ del mitico @Narciso, che obiettivamente NON ti appartiene ! 🙂
Nel mio vagare, raramente mi sono imbattuto in un modo di scrivere o di pensare la vita come il tuo, ed ancora più raramente ( per non dire mai … ) in una onestà intellettuale come quella che ti illumina, fra un’ ironia ( ed una auto-ironia ) mai fine a se stessa, con una malinconia che non è un segno di resa, bensì consapevolezza della nostra amara caducità …. ed infine con una nostalgia che di certo non è una gabbia per rinchiudere il proprio passato, ma una spinta a guardare, e ad affrontare a mani nude, il futuro ….
Sì …. è un onore per me fermarmi, nel mio vagare che somiglia tanto al tuo, in questo tuo spazio, interrogare le stelle, osservare l’ orizzonte e proseguire il viaggio, con un poco di luce in più nel cuore …. grazie a te ! 😀
Grazie Cavaliere, di nome e di fatto, per la tua recensione. Ben più importante della mia. Guardarsi con un po’ di disincanto fa bene e magari aiuta a somigliarsi di più. E’ vero ci conosciamo, come ci si può conoscere in questi luoghi dove ci si frequenta per scelta, da molto tempo, ed è un piacere per me. Una cosa a cui tengo è l’auto ironia, quel sentire che chi ci parla è importante quanto noi e che un sorriso condiviso vale molto.
Buona giornata e grazie per il tuo passare da queste parti 🙂
Allora. Bella la recensione del tuo omonimo. Mentre invece la mia è quella di farla finita una volta per sempre con i lucchetti vari e altre turcherie. Tu sai benissimo a cosa io mi riferisca. Mirka