Andare è un atto pacifico, un trascorrere dove il tempo e il moto si confondono sfuggendo alle leggi della meccanica classica. Il tempo dell’andare è un compagno che non si esaurisce se non dopo un percorso e poi si riforma per tornare a scorrere. Nel frattempo lo scorrere si è mutato in un vivere tra gli altri e osservare, aprire la mente, scardinare le abitudini.
Fuggire è lo stato che segue la misura colma per preservare l’integrità o almeno ciò che conta in essa. Non si può fuggire da se stessi, ma si può attutire, deviare l’attenzione, sollevare, e questo lo si raggiunge con il nuovo, lo stupore dell’inusitato, la rottura delle abitudini circolari. Il tempo lotta, sottrae possibilità, fuggire è ricaricarsi. Cercare un’altra possibilità dell’essere se stessi, dopo aver compreso il limite proprio e quello altrui.
Andare e fuggire, disseminare la strada di ciò che non necessita, che non aiuta a star bene. Benessere e andare, in una dimensione nuova per misura e limite. Oltre la delusione e il fallimento c’è il non provato che attende o il buio della tenebra, la scelta è nel trovare un fotone di luce, di speranza che appicchi il fuoco e cominci nuovamente il trascorrere.
Se conosco la direzione posso mutarla, 90° bastano per scoprire cosa stia sfuggendo accanto e quanto di tutto questo non abbia consapevolezza, nozione e scelta.
È la scelta l’ elemento basilare del tempo e del suo scorrere. Il senso dell’andare. Si può essere felici, sereni, in equilibrio o meno, sono possibilità che solo il restar fermi ci nega. Nel ripetere c’è la sicurezza di quel che accadrà e la scontentezza del non approssimarsi a ciò che si è o si potrebbe essere. Questa è la radice dell’inquietudine, dell’essere sfocati e fuori posto e per questo, inconscia o meno, l’intelligenza innata del crescere, spinge ad andare. Non occorre sapere dove e verso cosa, ma andare salva ciò che vuole vivere.
Ora e per sempre fuga. Che è il modo migliore, poiché è spesso senza meta, per assicurarsi nuove e sorprendenti sorprese
La fuga da ciò che rende pesante e ripeto a la vita. Cambiare e andare, come dici tu senza una meta perché quella è dentro di noi.