scontento inverno

In qualche momento inizia la nostra “stranezza”, ovvero l’asincronia con chi ci sta attorno. È qualcosa che emana da un alito profondo. Un collocarsi sbagliato che diventa abitudine. E sposta le lettere delle parole, altera accenti e senso, il discorso si frantuma in tanti piccoli coriandoli colorati. Con le mani ci si protende per raccogliere, per non gettar via. Oppure farlo per volontà propria non per accidente.

Dov’è la ragione? La scoperta dell’unicità che ci portiamo appresso, genera spesso  scontento e gioia assieme. Basta per movimentare una vita, per donare all’istinto nobiltà sconosciute e per rinnovare i sogni. Loro ci conoscono, ma parlano lingue e frequentano gentaglia che di giorno non s’incontra, così scivolano nella rappresentazione. Il vero come commedia ed eterno rinnovo di speranze sconosciute fino alla notte precedente. 

Stanotte la luna era persino eccessiva, illuminava le colline intorno, attirava senza pudore lo sguardo e faceva sentire la solitudine di febbraio.

La luce della luce è meglio condividerla, parlando sommessamente, con molti silenzi. Ecco la preziosità del non dire se non a chi chiede davvero, ho pensato, del sentire il silenzio, del darlo come abbraccio. E di un viaggio conservare ciò che non è accaduto, il possibile che non è stato e che ora nella luce si rivela: era cosa senz’aggettivi, solo differente e altissima nel suo poter generare.

Il possibile è sempre gravido di noi, del nostro amarlo senza reticenza.

Che sia scontento ogni inverno che non coltiva in sé la primavera.

 

4 pensieri su “scontento inverno

  1. Oggi mi è capitato di pensare un qualcosa di molto simile a questo tuo scritto. Ero a sentire un concerto con musiche di Vivaldi quando, dopo gli applausi finali, alcune persone, nonostante i concertisti fossero rientrati per un bis, si sono alzate dal loro posto e se ne sono andate. Ecco, penso che quelle persone fossero collocate in un posto sbagliato e che la musica fino allora ascoltata non li aveva minimamente toccati, modificati in niente. Semmai sia possibile davvero modificare qualcosa…

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  2. Credo che con molta approssimazione ci sono le persone che si lesciano cambiare e cambiano e quelle che indossano una corazza di convenienze e abitudini e non mutano. Umani come noi 🙂

  3. il tuo articolo mi ha donato una chiave di lettura differente sulla “stranezza” rispetto a quelle che ho utilizzato finora. Mi ha anche trasmesso speranza. Grazie

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