Ci siamo incontrati per un augurio, per la conclusione di un lavoro comune, per un”amicizia ancora titubante eppure nata. Ci siamo incontrati nel suono prepotente di un ottetto che provava le canzoni per la fonda notte, per parlare un poco e per usare qualche silenzio tra parole incerte di durata. Ci siamo incontrati com’eravamo, chi col vestito rosso d’allegra attesa, chi col verde che meditava di trovare un filo alle cose. Le cose che sono accadute, che accadono e che non sembrano mai slegate ma quando si mettono in mano altrui già non sono più così lucide e belle. C’era chi rideva per una battuta e ripeterla non avrebbe più avuto effetto, chi stava dolcemente in silenzio e mi ha abbracciato poi alla fine. C’era la mia timidezza che si nasconde di ragionamento, e chiunque l’avrebbe scoperta guardando il mio cappello pieno di sciarpa e lontano dal guardaroba, ancora col giaccone addosso come stessi sempre per andarmene. Come se il saluto riassumesse un senso e prima di dire, fosse necessario pensare, anche quando è festa, il vino è buono, i salatini occupano il gusto e posticipano i pensieri.
Si è parlato un po’ di questo e un po’ di quello: mai una frase descrisse meglio l’andare preceduto da un venire. Perché tutti o quasi eravamo venuti ed eravamo un po’ felici di quanto fatto assieme ma senza vanteria, con la discrezione degli errori fatti che mai sono pari alla fatica del fare il buono e il giusto. Ci siamo salutati che il freddo c’avvolgeva e dentro altra notte iniziava nella luce di lampade pensate per essere guardate. Ci siamo salutati da amici che si ritroveranno e faranno altro. Finché il gruppo si formava per la foto pensavo che altro avremmo fatto assieme, eppure diverso e meno ricco del caso che ci aveva messo assieme. Nuovo come il tempo che verrà, nuovo di noi che abbiamo solo arrivederci e baci da colmare di verita.
Ci siamo salutati con una foto, i cappelli in testa, le mani atteggiate, mentre attorno il parcheggio si riempiva e il nuovo anno non era poi distante. Ci siamo salutati prima di sciamare, passeri che tornano e fuggono il rapace.