Sotto le curiosità leggere e fugaci e verso l’alto ciò che con difficoltà si raggiunge, s’intuisce frammezzo lo spazio sconosciuto. Nulla è superfluo e tutto lo è. La ricerca che non si chiude, l’interrogare per pezzi, in piedi. Il peso di ciò che sfugge mentre s’incastra e rammenta che il semplice non è la somma delle complicazioni, ma la loro riduzione a fatto. Di qua la complicazione e il suo servire, sia essa un treno, un libro, un aereo, un’equazione, di là il guardare, lasciar entrare, cogliere il limite come filo che conduce. Quanti libri si leggono in una vita? Hanno calcolato che 3000 è un numero ragionevole, ma quanti restano? Tutti, e tutti in quel libro che siamo noi. Io sono le mie scelte, ciò che non ho letto di me, ciò che sono stato, i miei luoghi comuni da smontare, quelle sensazioni che non ho ancora provato ma già si sono annunciate, sovrapposte ad altre più urgenti. E io sono semplice, non sono la somma delle complicazioni, dei funzionamenti, ma lo sguardo che curioso vuol vedere. Ecco la definizione del raccoglitore di qualsiasi cosa: lo sguardo che vuol vedere e non si sazia.
Se c’è ricerca, se riusciamo ad avere uno sguardo che scruta e curioso vuol vedere, cerca e non è sazio, significa che possediamo ancora l’animo e la voglia di scoprire di un bambino.
E questa è una grandissima fortuna!
Mi piace la tua tana colma di libri, di ricordi e di cose belle.
Un sorriso, buon fine settimana Will.
Ondina :-*
Grazie Ondina. Senza curiosità non si cerca nulla e tutto è superfluo. Forse i bimbi lo sanno perché oltre l’amore hanno solo bisogno di scoprire e di meravigliarsi, se un poco del bimbo resta in noi allora ricongiunge in continuazione il tempo in cui si vive col tempo del desiderio.
Buon fine settimana a te e a chi passa
🙂
Meravigliosi libri, bella tana in cui sostare e …viaggiare
🙂 .marta