la violenza che cresce dentro e attorno

E poi scopri che le statistiche hanno ragione, che è vero che le analisi delle questure denunciano meno reati, meno violenze  di dieci anni fa e che gli extra comunitari delinquono come gli altri, magari anche un po’ meno nei reati più odiosi, ma scopri anche che siamo noi ad essere diventati violenti. Siamo violenti virtuali, scatenati sui social e pronti a ingrossare la prima coda forcaiola nella vita. In questo tollerare, allevare violenza, crescono i nostri figli, i nipoti. Non esiste più ritegno, discernimento, capacità di vedere l’altro come uomo, ma è solo l’essere che ci contraddice, che non la pensa come noi, un nemico.  nel mare dell’indifferenza di ciò che accade attorno ci sono atolli di amici e di nemici.

Favino recita un monologo a Sanremo che vale l’intero festival, leggi i commenti e il bravo c’è, il plauso non si può negare all’evidenza, è bravissimo, dicono, però si critica l’oggetto, l’importanza, la canzone della Mannoia, che invece di queste canzoni di accoglienza che ormai hanno stufato come il nigeriano all’angolo, potrebbe cantare fratelli d’Italia, no? E visto che il festival si paga con i soldi degli italiani, qualcuno dice che si poteva parlare d’altro. Di cose nostre. Ne abbiamo di cose pulite e belle che non occorre dire, anche se bene, cosa prova un immigrato. E a spese nostre poi. E lo dicono in buon italiano alcuni, senza tutti quegli strafalcioni, quelle k da smartphone, e così la violenza diventa educata e forte, ha la pulizia di chi sa e non è più un’opinione, ma la disponibilità a essere folla, a giustificare, assentire, ad accompagnare un processo di segregazione. Di identificazione del nemico. 

E non crediate di salvare i sentimenti, di erigere muri invalicabili, quando la violenza diventa modo di pensare investe tutto, anche ciò che è vicino e ci contraddice. Siamo diventati più violenti e pronti ad esercitare violenza, occorrono capri espiatori per trovare ragione del malessere. Ma non basteranno, non basterà più raccontare balle, bisognerà inventarne di più grande. Anche le bugie hanno una scala e per far diventare nemico l’altro bisogna che la bugia sia adeguata allora si giustificherà qualunque agire. Violenza compresa.

E bisognerà trovare giudici consenzienti, giudici che guardino prima alle attenuanti e poi ai reati. Allargare le maglie della legge per far divenire la violenza un’opinione, un testa a testa prima virtuale e poi reale perché quando ci si guasta dentro non si distingue più, si è peggio e basta.

 

4 pensieri su “la violenza che cresce dentro e attorno

  1. Il monologo di Favino è stato un momento di alto teatro, e questa strumentalizzazione è stata davvero fuori luogo, a bene vedere il discorso si può riferire a tutti quelli che si spostano credendo di poter trovare lavoro…e poi ricevono un bel calcio nel sedere, quanto volte succede e non solo agli immigrati!

  2. Cara Silvia, immeritatamente ti annovero tra le persone che hanno la pazienza di seguirmi, non parlo spesso di violenza, piuttosto cerco i diritti comuni, mi pongo il problema di come migliorare le ineguaglianze. Per me la storia delle migrazioni sono il lasciare un luogo che non dà più le condizioni per vivere. E chi emigra, ovunque vada si trova in una condizione di inferiorità, è oggetto di attacchi , di discriminazione. Se non è ricco. Quello che mi fa paura è questa violenza crescente che non fa vedere gli uomini e neppure coglie il pericolo vero e cioè quello che ci mette gli uni contro gli altri quando siamo tutti sfruttati, privati di diritti.

  3. Pingback: La violenza che cresce – Alessandria today

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.