Tra il rosa e l’azzurro corrono le rondini,
il cielo non si decide,
e il loro gridare conquista l’attimo
e lo fonde nel colore:
è tra le case il concerto Imperatore,
e loro vanno a tempo come seguissero le mani di Abbado,
le dita morbide di Pollini.
Mentre il suono esce dalle finestre,
e un fiume di note l’aria accoglie,
ora il cielo beve la notte,
le dita parlano coi tasti
e sono gloria e senso, domanda e certezza,
perché sempre il genio legge l’anima,
e di questo trionfo, l’ infinito s’avvolge su chi ascolta,
e sente tale l’umano andare.