Sovrabbondante di grazia e di dolcezza, il lezióso sta nel discorso che vuol essere seduttivo, nelle cose di cui abbondano gli scaffali delle case che si mostrano, nelle riviste di architettura e di interni. Spesso c’è il riuso degli oggetti, ora portati ad altri fini che non siano quelli per cui sono nati.
Se l’oggetto è usato dall’artista rivela un altro modo di vedere (Picasso, Duchamp, Hirst e i tanti che rovesciano lo sguardo), diversamente accade nelle case dei bricoleur che meravigliano mostrando abilità dimenticate.
Ma c’è un altro modo di rovesciare lo sguardo, riempirlo di meraviglia fugace, e qui arriva la leziósità o il suo pericolo. Essa alligna nei loft arredati dall’architetto alla moda, diventa un ripetersi di assonanze. Dopo la prima contenuta meraviglia tutto scema in un ridondare di dolcezze eccessive. La definizione della leziósità è nella grazia esagerata e quindi innaturale, insomma nell’eccesso dell’ammiccare.
Mentre nel vedere essa è percepibile, la leziósità in politica , è più subdola, prende un altro nome diventa story telling, ovvero l’arte di mostrare le cose non nella loro realtà d’uso ma in una immaginifica alternativa possibilità.
La cosa in comune tra le leziósità degli arredatori e quelle della politica è nel costo spropositato con cui viene venduto qualcosa che non solo è vecchio ma essendo messo in una funzione che non è la sua presto tornerà ad essere inutile.
p.s. e la mia leziosità è dimostrata dal voler mettere quell’accento acuto sulla o, mentre Keith Jarret non è lezioso, ma solo grande.
Assolutamente d’accordo. mentre la tua di leziòsità è l’unica gradevole 😉
@Silvia: 🙂
Leziosità, @Willie ??? 😯
Giammai …
Piuttosto PREZIOSITA’ ! 😀