la parte del lupo

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Questa notte i lupi, un piccolo branco, hanno ucciso e divorato un asinello. I cavalli sono scappati lontano nel pascolo alto. Gli allevatori ne parlavano preoccupati. L’anno scorso l’orso, quest’anno i lupi. Avrei voluto dirgli che abbiamo i cinghiali in città e che nessuno se ne preoccupa se non ci sbatte contro con l’auto, ma si continua a pensare che sia colpa di altri e non delle nostre abitudini. Ma erano davvero preoccupati e sono stato zitto. In fondo sono loro le sentinelle di un mutamento che si fa evidente, continuano a produrre formaggio, a falciare i prati ma sentono che le cose mutano e che lasciano traccia nelle persone prima che nell’economia.

In questo primo aprile la temperatura più alta, inquieta tutti, anche se è bello star fuori. È stato un inverno molto mite e breve, le piogge mancano da tempo e la neve, salvo le cime più alte, è già sparita. Il clima sta cambiando.

Lontano, ma qui tutto è connesso, Trump, il presidente degli Stati Uniti, ha dato via libera all’uso delle centrali a carbone, all’estrazione di combustibili fossili per energia e ha disconosciuto gli accordi, già blandi e insufficienti, sul clima. Un paio di mesi fa, un grande quotidiano statunitense si chiedeva come mai senatori e deputati repubblicani, in grado di interpretare i dati sul riscaldamento climatico, poi sostenessero la sua inesistenza o marginalità. Eppure erano laureati nelle università da cui provenivano gli stessi studi, sono le fucine dei premi Nobel, a cui magari contribuivano come ex allievi. La risposta era il prevalere dell’interesse immediato su quello collettivo e futuro. Ci sono state grandi e continue scoperte scientifiche, ma hanno riguardato campi che poco c’entrano con l’ambiente, però si è generato un clima positivistico che ha portato a sopravvalutare le possibilità che ha la scienza di metterci una toppa a qualsiasi comportamento reiterato e dissennato. E sono gli stessi inascoltati scienziati a dirlo. Il pianeta non ha mai avuto così tanti abitanti umani e soprattutto non ha mai sopportato così tante alterazioni prodotte scientemente per solo interesse economico. È come se la specie perseguisse un fine di inversione della propria conservazione, magari non l’autodistruzione ma un riassestamento in negativo del suo rapporto col mondo. Siamo in tanti e mai stati così fragili. Dipendiamo in misura così pervasiva dalle tecnologie basate sull’energia che mezza giornata di black out scatena il panico, la violenza, l’incapacità di avere regole comuni di solidarietà. È accaduto qualche anno fa a New York quando le centrali per 6 ore non hanno fornito energia. Quindi basta poco e i telefonini non funzionano più, mancano le comunicazioni e improvvisamente siamo di fronte alla nostra inermità, incapaci di calcolo, di usare un attrezzo più complicato di un martello.

La terra provvederà da sola ad aggiustare i guai, magari a favore di altre specie, però nel frattempo la domanda che mi faccio è perché non cresca la consapevolezza che ciò che accade appartiene alle politiche e ai comportamenti. Questo impero del presente che distrugge pezzi di futuro non riguarda forse i nostri figli, i nipoti, ma anche noi stessi visto che tutto accelera? Si accumula una colpa immane fatta di tante piccole viltà e grandi egoismi ma se noi non vogliamo salvarci perché impedirlo agli altri.

I lupi uccidono per fame, non i propri simili, percorrono il territorio in cerca di un equilibrio che li mantenga in vita. E loro sarebbero il pericolo? Mentre guardavo la polizia provinciale che percorreva la capezzagna e si fermava a parlare con i piccoli crocchi di persone preoccupate, pensavo che mi dispiaceva per l’asinello ma stavo dalla parte del lupo.

Ma questo non l’ho detto stamattina.

7 pensieri su “la parte del lupo

  1. Se solo i lupi non fossero affamati dagli uomini, che alterano il loro habitat…
    Abito in montagna, un tempo i lupi arrivavano in paese solo quando la neve superava i due metri. Ora … di neve ne cade poca, e di lupi ancor meno.

  2. Fossero i lupi il problema Francesca, ci sapremmo difendere. È da ciò che li muove che non ci opponiamo a sufficienza.

  3. Pure io sto dalla parte dei lupi e anche, se mi è permesso, degli orsi (mi attirerò le ire di molti, di sicuro, ma chi se ne importa!) poiché la colpa non è loro ma di chi li ha introdotti “allegramente” nel mio territorio ancora molti anni fa (mi riferisco agli orsi) e di chi ha alterato il “sistema natura” e gli equilibri dell’ecosistema pensando arrogantemente e presuntuosamente che la stessa natura non si ribellasse prima o poi …

    E purtroppo “l’è ancora endrìo el car del fem …

    Buona domenica con un sorriso Will,
    ciao
    Ondina 🙂

  4. Hai ragione Ondina. L’espressione: la natura si ribella è, a mio avviso, antropocentrica. La natura si adatta e non si cura di noi più di tanto, e vince. Su tutto vince la natura. Bisognerebbe ricordarselo anche se non si è animisti.
    Buona domenica sorridente 😊

  5. Dalla parte degli animali sempre! Ci sono mezzi e modi per proteggere il bestiame dai lupi….basta che li adottino!

  6. Anche io sto dalla parte del lupo … e mi auguro che sopravviva, più che mangiando gli altri animali, sconfiggendo il più feroce degli animali : l’ uomo ! 🙂

  7. Se pensiamo al danno di un orso o di un branco di lupi rispetto a quello che fa una centrale a carbone o un motore euro zero allora ci si chiede, mi chiedo, chi sia il predatore.

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