omeostasi

“Bisogna davvero riuscire a conservare in sé qualche traccia inestirpabile di ciò che si è stati prima di quella grande disfatta che si chiama maturità”
Romain Gary

L’omeostasi ovvero il nostro muoversi verso ciò che permette la vita include dove e ciò che siamo, come lo sentiamo, chi siamo. Tutto separato e frammischiato come si pescassero i numeri dal sacchetto della tombola perché il gioco è unico come il suo fine. Per il corpo è importante stare bene, per lo spirito o la mente, meno ma star male non piace all’omeostasi. Quindi tutto si tiene, si conserva e si evolve e del passato si può parlare bene anche solo per il fatto di essere vitali e attempati.

Però di quegli anni le parole non danno misura, sono immemori della dimensione dei giorni e delle notti, delle passioni che le animavano e le rendevano brevi e infinite di connessioni continue. C’era una dolcezza diffusa, anche i profumi erano diversi, e questo manca, come la reversibile pazzia degli unici amori, delle attese senza fine, del palpitar sognando. Su tutto imperava una agitazione allegra che faceva cantare con la voce e con il corpo. Il tempo non passava mai e sfuggiva tra innumerevoli impegni, doveri, piaceri.

Difficile dire a posteriori che si era felici, ha ragione il poeta, ma la quantità di sensazioni che si ottenevano vivendo era smisurata. Prima tra tutti la consapevolezza di vivere un tempo irripetibile che ci mutava in persone differenti da prima di allora.

Imprudenza nel credere e nel lasciarsi prendere, eppure L’omeostasi funzionava, ma gli scenari che traccia vano le sensazioni nella mente erano così ricche e alternative da considerare vitale la vita complicata, l’assenza, la delusione assieme all’innamoramento, alle felicità improvvise, le presenze totalizzante.

L’età matura fa emergere l’intelligenza della conservazione, porta verso il caldo, il buono, il dolce ma con parsimonia d’entusiasmo, è questo che permette le vite e scatena altri scenari dove le sensazioni oscillano tra il ricordo e un nuovo legato al possibile.

La linea del possibile è la misura di ciò pensiamo di noi e su questa linea danza il tempo nostro.

4 pensieri su “omeostasi

  1. Che bei pensieri ! Non è poi così semplice ma ogni giorno ci si aiuta un po’ . Caro Willy grazie per questo testo così vero, profondo e cortese . Come posso non mettere il mio abbraccio sincero , delicato e forte 🌹🤗

  2. Il passato è passato e il futuro si fa sempre più breve. Questa è la mia sensazione quando si arriva a una certa età che ha alle spalle anni di ricerca infruttuosa della felicità. Quel sorso di vita che zampilla improvvisa davanti alle nostre bocche assetate ci fa dimenticare la brevità del futuro (che pur continua ad abbreviarsi) e ci fa capire quante opportunità non abbiamo saputo cogliere perché credevamo che altre migliori ci aspettassero. In gioventù manca il carpe diem. In vecchia il carpe diem è solo consolazione. Grazie, Willy di questo profondo articolo che offre infiniti spunti di riflessione🙏🙏🤗🤗

  3. Grazie Marcello per i tuoi pensieri, dobbiamo conciliare il nuovo, il sogno e dimenticare il tempo. I primi due dipendono anche da noi, il terzo va per suo conto. Che sia una buona giornata.

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