la logica del frammento


Arrivano pezzi staccati di passato, intonaco che cade e rivela sinopie, situazioni che si svegliano da sonni polverosi. Ci sono allora, molle che scattano per desideri sopiti, resipiscenze: guardando bene con gli occhi della mente si ricostruiscono fatti che si ripetono. È stanchezza che si scioglie nel riposo di questa forzata cattività, oppure si attivano meccanismi inconsueti, generatori di anelli di incompiute presunte e colpevoli?

Ma tutto si compie e ciò che non raggiunge uno scopo gradito, altri ne raggiunge e c’è una logica in questo affluire di cose apparentemente incongrue. C’è una connessione che descrive, che va in profondità e delimita mettendo avvertenze sugli entusiasmi. Un dirsi che è già accaduto, ma diverso e così, al tempo stesso apre e pensa che non finisce.

Il tempo beffardo si ripete, bisogna cavalcarlo ma prima trovare il senso per andare: non tutte le direzioni si equivalgono e quelle che fan bene sono poche. È questo ora il limite dell’avventura: giudizio, mettere giudizio. Ma chi giudica chi?

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