Desiderio d’ordine e d’una tregua d’innocenza:
disporre, allineare, tracciare la mappa del muoversi, per ritrovare,
ritrovarsi.
Guardare l’anima nel ricordo per poi andar via.
E sparire, portare sé altrove.
Come fosse un castigo generare un’assenza immemore, la sospensione d’una scia.
E la vita, che non si azzera ogni mattina, col caffè nuovo apre il giorno. Altrove.
Come ora, come allora.
Se mi guardo faccio un passo indietro: dovrei trafiggere qualcuno con una colpa.
Non lasciar scampo, essere ingiusto sino al parossismo,
considerare i miei pochi capelli e poi sciogliermi in un tramonto.
Ma sarebbe perdonarmi, ed io non ho misericordia.
Come Nessuno, come Ulisse, come chi non sarà mai solo marinaio.