marciapiedi puliti e monetine

Un africano, giovane, alto e magro,  sta spazzando il marciapiede in via di Torpignattara. Un cartello dice che è volontario e chiede, se si vuole, una monetina.
Sembra che dietro ci sia un racket che risponde a un problema, la pulizia dei marciapiedi, e raccoglie elemosine. È triste pensare che la pubblica amministrazione non arrivi dove arriva la zona grigia della legalità. Che la stessa amministrazione crei problemi che forse avrebbero soluzioni transitorie e di educazione  prima che di tecnica. Le regole imprigionano l’azione e sono contro l’uomo quando non vedono i suoi problemi. Non voglio dire che ci devono essere trattamenti diversi ma se il lavoro di pulizia a offerta libera lo facesse una onlus, dovrebbe avere i dipendenti in regola, la scopa ergonomica, la paletta approvata da qualche ente di sicurezza. Lo sta facendo qualcun altro, singolo o associato, in modo “abusivo” e irregolare però il marciapiedi adesso  è pulito.
Forse siamo finiti nel paradosso di Buridano e da un lato c’è la legalità e dall’altro i problemi che le persone vivono ogni giorno e non si risolvono. Quando lo Stato non affronta qualcosa accade e una crepa nell’ordinato vivere si allarga.
Più avanti, due negozianti sono usciti con le scope e raccolgono lattine, carte e mozziconi lasciati dall’incuria della notte, il pulito contagia e questa è una buona notizia, magari col tempo ne arriveranno altre.

9 pensieri su “marciapiedi puliti e monetine

  1. Lo Stato è latitante in molti campi ormai….e quando le cose vengono prese in mano dall’iniziativa dei singoli che poi si espande il risultato è quasi assicurato. Sono dellì’idea che dovremmo riprenderci in mano la gestione di alcune cose per cercare di migliorare la situazione!

  2. Ecco, oggi mi ha preso il commento, nel post precedente ti avevo risposto ieri e il commento non si vede, è sicuramente finito negli spam!

  3. Recuperato il commento di ieri, grazie Silvia anche perché non l’avrei notato visto che non guardo mai lo spam.
    Credo che ci sia un’educazione da recuperare e uno Stato che si deve fare delle domande sulla sua efficienza. Condivido molto la lezione di Rodotà sui beni comuni e sul fatto che essi abbiano bisogno si essere sentiti di tutti.

  4. Le lezioni di @Rodotà ???
    Dolci, efficaci … indimenticabili, come le LEZIONI DI PIANO di @Nymann ! 😀
    °°°

  5. Il pulito contagia, si ma non il buon senso e la legalità.
    Ci rifletto assai sul l’impiego possibile e sperato dei profughi migranti che vedo tutti i giorni passeggiare per la città e per le campagne a fare niente.
    Tutti ragazzi giovani e robusti con il cellulare perennemente attaccato all’orecchio.
    Accoglienza non è solo salvarli (…) ma è anche impiegarli, dargli da fare.
    Integrarli.
    Che lo si voglia o no tenerli in questo modo, a mio avviso, si creano i presupposti cui accenni: è questo sarebbe il minimo giacché si sa che l’ozio è “il padre dei vizi”.

  6. Accoglienza non è solo salvarli (…) ma è anche impiegarli, dargli da fare. Integrarli.
    In questa frase dici tutto Marta, certo non è una cosa semplice in un paese che ha ancora parecchio benessere ma è in crisi. Eppure se ci si pensa l’immigrazione è uno specchio dei nostri problemi irrisolti, ovvero come avere lavoro, legalità, maggiore eguaglianza. Siccome non manca la fantasia e l’inventiva, forse sono nuove regole e volontà di mutare il presente e non poche rendite di posizione
    Che non si vogliono toccare. Certo che tenere persone inattive non fa bene a nessuno.

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