Mi ricordo bene quando l’ansia di provare era forte, quando tutto era a disposizione e tutto meritava d’essere assaggiato. Allora il tempo non bastava mai e mi sembrava che essere coincidesse con esserci. E sentire fosse qualcosa di fugace come la felicità, anzi che sentire spesso coincidesse con l’essere felice. È durata molto a lungo questa sensazione e motivava un correre senza fine, tanto che, a volte, mi trovavo stremato da continue sensazioni. Il tempo era una creatura che vivera libera in me e non trovava soddisfazione, suggeriva che ciò che non provavo sarebbe stato definitivamente perduto.
Qui ci si può aspettare una conclusione che arriva a una nuova consapevolezza, svolta e continua in altro modo la vita cambiando tutto ciò. In realtà questo sentire è mutato per suo conto e quando non lo so dire perché non mi sento di essere diverso, ossia lo sono ma non per qualche motivo che non sia la naturale evoluzione del mio percorso. Non sono particolarmente stanco di una vita che desidera e neppure ho smesso di sentire, anzi direi che ho raffinato questa capacità. Quello che è mutato è il rapporto con il tempo. Ho sempre pensato che c’era tempo e non poteva essere diversamente nella spinta a fare che non esauriva i desideri ed era incapace di escludere ciò che non era possibile in quel momento, però era un aver tempo ansioso mentre ora c’è calma e il tempo è cosa mia. Se mi guardo attorno, la mia vita è così, con le persone che hanno sempre da dirmi molto più di quanto dicano, con l’interesse per il profondo che fa coincidere quello che provo con quello che mi porto dietro. Non è una collezione di sensazioni, ma un cammino dell’essere a cui regalano molto alcune persone, altre in misura minore, con una graduatoria, non del sentire, ma del condividere. E condivido senza mettere limiti di tempo. Non uso volentieri gli avverbi di tempo assoluti, i mai, i sempre, forse perché so che, molto spesso, questi rassicurano chi li pronuncia. Rinuncio a questa sicurezza perché ho fiducia in ciò che accadrà, ormai mi conosco un po’ e so che il mio essere fedele a ciò che sento è una costante della mia vita. Anche nel mutare, nel pensare diversamente, ciò che conta non viene scartato e resta ben radicato per tenere solida la mia casa.
Molto interessante il pensiero che ha sviluppato in questa tua riflessione. Ha il sapore pieno della vita, che ti auguro di gustare a lungo, perché già lo gusti appieno.
Grazie Marcello, la vita ha età strane che c’entrano più con la meccanica quantistica che con l’ordinaria percezione del reale, penso ci sia sempre uno sfasamento tra desiderio e sua rapprentazione nel reale che è colmata dal sogno, dalla fantasia, dal distorcere lo spazio tempo i modo da far tornare l’equilibrio. È un po’ come correre, una serie di equilibri instabili che si riassumono in un movimento. Grazie ancora per il tuo commento.
Molto appagante questa maturità e questa calma. Le tue riflessioni utili e felici .
È così bello il tuo cammino !
Nel divenire resti fedeli a ciò che conta ,il sentire per arricchirsi è un vivere appieno .
Sulla calma resto un po’ insoddisfatta , nonostante la vita vissuta mi “muovo” come le onde del mare . Buona vita Willy 🤗
La buona vita è la vita che ci corrisponde Francesca, bella e conforme a noi. È quello che ti auguro
🤗
Quando l’essere corrisponde all’esserci non c’è Tempo che tenga :}
È una condizione frequente Marina, pensavo fosse caratteristica della insaziabile scoperta del vivere giovane, ma non è così perché si trasforma e diviene la patina dell’apparire. 🤗