In fondo la cosa più semplice è parlare di noi. Oppure degli altri. Di chi pensiamo di conoscere, insomma, e invece non conosciamo.
Quando arrivavo era mattina e il sole colpiva montagne, capannoni, case e alberi e campi. Indifferentemente. Raccoglievo i pensieri in un ordine che mi pareva sequenziale, cosa dire e fare prima e cosa fare dopo. Un’agenda insomma che doveva, a fine giornata, lasciare meno problemi e decisioni di quante ne avevo trovate al mattino. Poi ciò che vedevo, che mi veniva sottoposto, annullava quei pensieri che erano sbucati assieme a me dalla notte, mi lasciavo prendere da ciò che vedevo e sentivo. Mutavo atteggiamento, ascoltavo, cioè non parlavo a qualcuno di qualcosa ma lasciavo che la vita che era trascorsa parallela irrompesse è cercavo di capire modi e relazioni di essa con me. Così cominciava la giornata di incontri, di lavoro, di decisioni, e parlavo di quello che pensavo di conoscere e man mano lo dicevo mi accorgevo che mancava sempre qualcosa, che c’era qualche imprecisione, ma l’edificio si compensava e stava in piedi.
Quando tornavo era ormai notte, davanti avevo la strada, il tramonto d’estate e la nebbia d’inverno. Ed ero contento, stanco, spesso insoddisfatto, perché?
Guardavo le auto, i fari, pensavo e ascoltavo musica, poi ci sarebbe stata casa, la cena e la notte, per poi ricominciare la mattina dopo.
Eh già perché ?
Willy credo che puoi esserti dato una risposta …
Fin quando si lavora a ritmi intensi finché gli impegni assorbono il giorno con una sequenza di domande cui dare risposte la mente è impegnata ,pure gratificata ,pure l’animo sente il sollievo di avere adempiuto alle necessità professionali ,anche a quelle umane che ruotano attorno al ruolo giunge la sera …
Qualunque sia la stagione c’è la stanchezza e il bisogno di riposare , il tempo di arrivare a casa lo si organizza .
Ruota tutto attorno all’organizzazione del tempo.
E si è contenti certo fare le cose bene rende contenti .
Cosa manca per esser soddisfatti ?
Il tempo di guardarsi dentro forse è di rispondere a domande più forti più profonde forse anche intime .
Anche i sogni aiutano a sentirsi contenti o essere nel proprio letto e potersi riprendere ritmi propri, pensieri propri finché il sonno ci prende .
Forse manca il vivere una vita senza le sequenze obbligate ?
Forse manca il tempo per capire il senso del percorso …
Anche se il lavoro resta una necessità .
Forse si pretende da se stessi di più …o forse semplicemente non lo so . ..
Le mie domande
Dove sto andando ?
Di cosa ho veramente bisogno ?
Qual è per me il senso della vita ?
Ed altro ancora …
Le risposte sono personali . Non so se mi sono spiegata in modo chiaro , né se mi sono avvicinata a ciò che intendi pensi e senti . Buona notte 🤗❣️
Interessante e scritto con cura …
Mi ero dimenticata di dirtelo 🙄
Le domande sono queste Francesca, la risposta molto più sottile e in bilico tra decisioni che ogni giorno si riprendono ma hanno sempre lo stesso filo a tenerle assieme: ciò che manca è una vita differente e il ripetersi delle cose l’allontana.
Certo le risposte sono in bilico ,intrecciate nella quotidianità. Allontano per diverse ragioni .
Fai quello che puoi intanto ,poi
trova il tempo per te .
Una pausa diversa parlo mentre ripeto a me stessa la tiritera .
Non voglio affatto caricare il mio viaggio con pesi di alcun genere , fissare la meta e pochissimo d’altro.
Andare via con ritmi lenti c’è da spezzare la quotidianità .
Allontanarmi , tutto qua …
Magari aspettare perché fa troppo caldo poi ,
In agosto i nipoti grandi saranno con me
I paesi nordici forse andrebbero bene.
A settembre chissà, magari . 🐞🍀