
Nello stropicciar di carte,
pennini asciugano significati, s’intingono di lettere.
L’attesa aveva un senso, se può avere un senso l’attesa,
quand’era diluita in possibilità tessute di poca trama:
così si vanta l’intuito, senza dire,
del suo cervello tattile proteso
e della mia passione di sentircapire il presente tra le dita.
Tutto vero,
anche del portare al fiuto il mescolar del mio e d’altro sentore,
del distendermi che divora sensi trasversali,
di questo ha intuito,
ancora.
Pile di fogli bianchi, fittamente ordinati,
in attesa,
non del caso e della sua arroganza,
ma di ciò che è stato, delle parole che non hai detto ancora mai,
e se al finir della luce ritrovo serenità
nel frusciar di fogli, senza lettura,
sono preso d’un bisogno d’altro respiro, mai provato.