retrobottega

Ci sono attese senza oggetto preciso, incontri che conservano la piacevolezza del vedersi, nell’ascoltare la voce. C’è un persistente affetto, ricordi comuni, qualche passione condivisa e passata. Le parole possono entrare nell’intimità eppure ad una lettura più attenta si rivelerebbero scambi usuali di notizie. Solo che hanno un significato, un calore piacevole e una persistenza nel futuro. Generano, fanno intuire l’attesa di qualcosa che potrebbe accadere e non accade. Credo che questo motivi ancor più la voglia di vedersi. In fondo trattiamo cose al limite della libertà e del piacere, ciò che si ripete ci costringe all’insofferenza, abbiamo un costante bisogno di certezza perché tutto è insieme sicuro e precario. La tranquillità è la condizione che non fa temere, che aggiunge tempo alla riflessione, motiva il gesto, colloca le priorità. E invece ben oltre a chi ci regala fiducia, si sceglie costantemente l’equilibrio instabile del correre, del provare con paura, non che se ne possa fare a meno ma c’è una misura che viene superata e da quel momento sembra impossibile fermarsi. Si rimandano cose importanti, le passioni sottostanno all’imperio del dover essere più che al mostrarsi come si è. Un giudizio costante sembra necessario e ci toglie la piacevolezza innata del fidarsi. Oscura quello che viene considerato poco adeguato, l’ingenuità e la sua bellezza. Come dovessimo essere/avere comunque altri e altrove. Così non si hanno ragione per le stanchezze senza apparente fatica, per i malesseri difficili da narrare e magari basterebbe lasciarsi andare in quella fiducia che ci regala il mare nel sostenerci, l’amore nel suo naturale confermarsi. Soggetti al bene di vivere, dare ad esso il giusto merito e coglierne la costante serenità.

È il riposo tra le cose che teniamo nel retrobottega, dove nessuno, oltre a noi, dovrebbe entrare e tanto meno l’ordine. È il luogo dove le cose si affidano a noi, sanno che le conosciamo, che il loro posto è definito, che ci fidiamo di loro. Sono cose, anche noi abbiamo dentro cose che attendono, che conoscono il nostro amore per loro. Non c’è nulla da mostrare e tutto è utile, serve, magari non subito, forse un giorno o forse mai, ma sapere che le cose esistono ci permette di cercarle. E non mancano mai le sorprese perché, sembrerà strano, dentro e intorno a noi, c’è molta pazienza e gioco nell’attesa di essere scoperti. 

 

 

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