Tempo perso quello degli amori scombinati, delle attese insoddisfatte, delle attenzioni gettate, dei pudori che già scelgono, delle scuse e dei pretesti, del non essere pronti, delle mezze bugie che sono sempre una bugia intera, delle parole importanti non dette, di quelle incautamente pronunciate.
Tempo perso e non recuperabile in speranze che erano nuove per davvero, tempo sbriciolato oltre il limite che avremmo tollerato, ma che era impossibile usare altrimenti. Tempo atteso, trepidato, mille volte consultato su un orologio riottoso. Tempo dove le alternative si spegnevano come i sensi di colpa, tempo senza limite che pure aveva già esaurito il suo tempo. Tempo che non aveva alternative, eppure ce le rammentava tutte. Tempo che si chiudeva in sé come in uno scrigno, che generava un ricordo, che non voleva una ragione mentre si accantonava. Solo tempo parte dell’infinito tempo.
Possiamo dirci che si sarà almeno tentato, e tentare è mettere davanti a una scelta un fatto, qualcosa di concreto, ciò che mette da parte ciò che poi non è venuto.
Resta l’altro tempo che usa la ragione e vorrebbe un motivo per come eravamo. Cosa possiamo raccontargli se non che senza il tempo perso noi non saremmo ciò che siamo: una speranza che non accetta di essere mai delusa senza un ulteriore tentativo.
bella riflessione e ottima anche la scelta musicale
Grazie Daniela 🙂