Questa festa della Liberazione ce la ricorderemo. Per il tempo che viviamo, perché tutto è uscito dall’abitudine, per le troppe parole d’odio che circolano, per la libertà minacciata in molti paesi e perché da troppo tempo è meno considerata anche da noi. Ce la ricorderemo questa giornata con le piazze e le strade vuote, con quel pezzo di Parlamento seduto, lega e fratelli d’Italia, mentre si commemorava il 25 aprile.
Ce la ricorderemo con così tanta Bella Ciao che mai si era sentita prima, dai balconi, nelle case, nella rete, dentro le persone, sulle labbra; sussurrata, cantata a piena voce, commossa, stupita e orgogliosa di essere da tempo non più solo italiana ma di tutti quelli che vogliono la libertà. Non se ne andrà Bella ciao perché non è un saluto ma una promessa, che ritma il cuore e il passo, che tiene insieme i pensieri quando non si capisce cosa accada attorno, che fa mettere la mano sulla spalla del vicino e lo fa sentire compagno con un sorriso.
Ce la ricorderemo questa festa della Liberazione, perché non basta sentirla la libertà, bisogna volerla, cercarla nelle azioni che si fanno e in quelle che si subiscono, e bisogna che la libertà sia dentro di noi, amata non solo pretesa.
Ce la ricorderemo questa festa della Liberazione, con il Presidente che da solo sale all’altare della Patria. Sembrava solo ma mai era stato così tanto accompagnato dai pensieri di chi ama la libertà e mai ha avuto migliore compagnia.
Ce lo ricorderemo questo 25 aprile, che non somiglia a nessun altro, ne ricorderemo l’intensità e ne avremo bisogno per i tempi che verranno perché non è ancora arrivata la rossa primavera e ci lasciamo confondere da troppe necessità che si dimenticano di chi soffre, ha meno del necessario, non ha più speranza.
Ne avremo bisogno di questa festa della Liberazione per resistere e cambiare questo mondo che ammala, coercisce, toglie, impoverisce, nega la giustizia e l’eguaglianza mentre ruba a tutti vita e libertà. Ne avremo bisogno per essere fieri di chi ci ha preceduto, di chi ha lasciato la vita sui monti e nelle città, di chi è tornato e in silenzio ha fatto e sperato e troppo spesso è stato deluso.
Quella di oggi sarà una festa di Liberazione che non scorderemo, così diversa da non essere una celebrazione, ma una promessa, una consegna per il futuro. Un appello al cuore e all’intelligenza per uomini che amano la libertà, come allora, e adesso per costruire un mondo diverso, solidale e finalmente libero e giusto.
È così Marta, e non rinunciamo a cambiare ciò che non va in questo Paese.
Paoletto è sempre un grande! … musica da pelle d’oca