c’è un’ora ma potrebbe essere di più

C’è un’ora della malinconia. Coincide con la fine annunciata della luce. E così c’è un mese che, senza farlo intendere, ha in sé la malinconia della sua fine. È settembre quando svuota le spiagge, quando smonta  le cabanes colorate di righe pastello. È settembre quando accompagna i pensieri lungo le spiagge bagnate. È settembre che vuota i luoghi della vacanza e lascia tutto lo spazio agli spaesati abitanti.  È settembre che un tempo annunciava il passaggio dall’infinito spazio dei giochi a quello rigoroso della scuola. È settembre che la sera, aggiunge cotoni sui corpi ancora scoperti. È la luce che affievolisce tra i tavolini, che cambia il tono delle voci, che sorridendo dell’estate ha già fatto ricordo e guarda alla nuova stagione sospendendo l’attesa. È settembre che rende più solo chi non ha compromessi, chi è timido, chi ha smarrito speranza d’esser capito.

Sono quei 23° di inclinazione dell’asse di rotazione terrestre che contengono umore e stagioni, e hanno molte ragioni dello sciogliersi, del suo rimpiangere, di ciò che verrà e di ciò che si smarrisce.

2 pensieri su “c’è un’ora ma potrebbe essere di più

  1. In fondo sono felice con poco,
    un pugno pieno di sabbia da lasciar correre tra le dita,
    il sole che scalda e colma gli occhi
    di colori, lampi e ricordi,
    il passo esitante d’una piccola corsa sulla spiaggia,
    ma su tutto la parola del cuore d’una immeritata amica,
    mi rende di contentezza quieto.

    Grazie G.

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