dire è non dire

6 pensieri su “dire è non dire

  1. Il linguaggio è una lunga corda, da qualche parte – chissà dove – c’è il capo, in mezzo ci sono le mani che hanno fatto e toccato e modificato il percorso, il suono, lo stato delle parole. Ci sono i nodi e gli snodi, c’è chi ha sciolto il nodo e chi non c’è riuscito.

    Al centro di tutto ci sono le coscienze, le esistenze, le modulazioni delle nostre frequenze. L’altro capo non c’è.

    Dire è non dire se non c’è dialogo sincero e profondo o se quello che c’è da dire è solo negativo . Non è semplice , come scrivi è necessario ricordare che il disagio ,il dolore e la gioia fanno. parte di noi . Si comunica alla pari semplicemente,ognuno come può , come è in grado di fare . È un periodo molto complesso e difficile in cui il senso di solitudine tende ad acuirsi .

    .Quando parlo anche quando scrivo mi capita di dire parole fuori luogo .Ma devo fare attenzione , anche per questo spesso resto in silenzio . Leggo di tutto , spesso resto male .

    Avevo scritto un commento più dettagliato ma è sparito , ho cercato di rimediare .almeno in parte . Hai trattato l’argomento con delicatezza e profondità fino al nocciolo . È meglio comunicare per esprimersi ,conoscersi e comprendersi , se e quando avviene e’ gratificante . Alla rabbia rispondere con la rabbia è proprio ciò che avviene nel quotidiano , è necessario fare diversamente. Scegliamo di farlo. Grazie Willy buona notte 😊

  2. Buon giorno Sossu, comunicare è un bisogno che ha vari gradi di necessità, attinge a diverse profondità in noi e usa ciò che ha, parole e comunicazione non verbale. Come sarebbe possibile dire intera la complessità che ci anima con quello che abbiamo a disposizione e nel tempo che l’attenzione ci dedica? Per questo procediamo per sintesi e semplificazioni, e ci affidiamo all’intuito di chi ci ascolta perché si colga anche quello che non si può dire.

  3. Il mio ascolto riguardo al tuo racconto : dire è non dire

    Comunicare è una necessità a più livelli di necessità e di profondità ,nelle varie modalità che abbiamo a disposizione .

    Non è possibile dire l’intera complessità che ci anima per i fattori che racconti .

    Le parole che spesso vengono usate, possiedono un potere enorme perché danno forma e azione ai nostri pensieri, attivano uscite e soluzioni , è necessario utilizzarle con rispetto ,tenendo conto dei limiti che realisticamente hanno.
    Procedere per sintesi è diventata una necessità, semplificare significa procedere con molta riflessione per non alterare la lettura del reale assai complessa, ci affidiamo all’intuito di chi ci ascolta per ciò che non si può dire . Resta il tentativo possibile.

    Il acconto , anche da soli , è comunque un dialogo a più uscite e soluzioni

    Willy ti ringrazio del chiarimento, per me utile, credo di avere compreso .Buona notte .

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