oggi è l’anniversario dei morti sul lavoro alla Tyssen

Oggi è l’ anniversario dei morti nella fonderia della Tyssen di Torino. È stata definita una tragedia. Lo è stata certamente per i loro familiari, per chi ogni giorno rischia la vita nel luogo di lavoro, per chi non può fare a meno di continuare a lavorare in condizioni precarie e malsane.

Ascoltando la voce di due donne, l’ una moglie e l’ altra madre di due operai morti bruciati, ho pensato al fatto che questo dolore per loro non ha fine. Ho pensato a una giovane amica che si occupa di trovare lavoro a chi non ce l’ ha, ai compagni del sindacato che fanno fatica a far capire che lavorare non deve uccidere. Ho pensato alla Fornero che non sapeva cosa volesse dire stare su un tetto con il mal di schiena a 60 anni e forse nessuno lo sa in parlamento, a chi si alza all’ alba o va a letto a quell’ ora per lavorare. Sono gli stessi che lavorando restano poveri, non riescono ad arrivare alla fine del mese e non pensano più alla pensione. Ho pensato alle fabbriche che ho visto, agli operai che ho conosciuto e all’ inquinamento che c’era ed è tornato nei luoghi di lavoro. Ho pensato che è cambiato poco, quasi nulla e che spesso ora si sta peggio, tanto che un buon padrone è quello che paga a fine mese non quello che ti dà un lavoro dignitoso.
È triste questa Italia dove qualcuno si può vantare della precarietà generata dal job act e dalle tante leggi che favoriscono chi ha il potere di dare un lavoro ma non chi lo compie. Ho pensato a cos’è oggi il lavoro, alla sua funzione, alle sacche di privilegio che si sono allargate e a chi paga le pensioni a chi ha lavorato. Ho pensato a tutti questi anni inutili in cui i diritti si sono affievoliti e non hanno fermato l’emorragia di giovani che vanno  all’estero e non hanno creato nuovi posti di lavoro sani e stabili, con nuove competenze.

Nei notiziari si enumerano i posti di lavoro che crescono, non si parla di come si lavora e comunque in questa corsa si tace di quelli perduti e del lavoro sottopagato

È  triste pensarlo in questo giorno che ricorda chi è morto perché hanno risparmiato sulle manutenzioni alla Tyssen e che altrove ancora accade perché questa indifferenza verso che lavora non è mutata e questo Paese ancora attende un piano che ne definisca la crescita e nel quale chi lavora e chi trae profitto da quel lavoro siano davvero alla pari.

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