Siamo partiti da Roma dentro a un sole indeciso, che poi s’è trasformato in pioggia. Il caffè fatto di fresco ha il profumo del mattino e delle partenze, rende allegro il ritardo d’ogni volta, le cose stipate nell’auto.
È la vigilia delle elezioni, il ritorno è per votare, ho visto gli ultimi sondaggi, sempre gli stessi, sempre sconfortanti, ma le cose non accadono per caso. Il traffico, l’Appennino, l’ultimo verde dell’estate che cede di fronte alla forza del giallo e del rosso. Non è così in politica e già se ne parla al passato. Come fosse una buriana che deve passare ed è già metabolizzata, lascerà tracce ma non ci piegherà. Siamo piccola cosa, derivati di ideali non voliamo, guardiamo.
Lontano, vicino la guerra infuria, in Iran le donne si ribellano e noi siamo troppo indifferenti e inermi. Inermi. Inermi.