Alcune cose importanti e belle le vedi nascere, crescere, compiersi. Ne siamo parte, le possiamo, con rispetto, custodire in noi. Sentire intero il privilegio e la fortuna di conoscerle, di partecipare ad esse.
Altre cose le troviamo già fatte, sono apparentemente immutabili, come se la bellezza lo fosse davvero e non mutasse incessabilmente dipendendo da ciascuno di noi, dalla nostra attenzione per essa, dall’amore grato che le riconosciamo. Se l’amore nascente sgorga apparentemente senza motivo, e ci prende con assoluti prima sconosciuti, se evolve con noi, con il nostro accoglierlo e fidarsi di lui oppure si deprime nelle negazioni, nel mettere limiti, fino a estinguersi lasciando quel senso di assoluto perduto che segna le vite, ciò che già esiste ha bisogno d’essere riconosciuto.
Per questo quando torniamo nello stesso luogo amato, lo troviamo mutato, le cose non sono al loro posto, qualcosa è cresciuto, altro è cambiato di posto, attorno cose che prima non c’erano, si sono aggiunte. Ciò che si è negato allora forse era un’attenzione particolare e a quella non c’è rimedio.
L’armonia del ricordo si è rotta, sappiamo che i ricordi non raccontano mai la verità, i rimorsi invece si. Allora bisogna decidere se ripetere diversamente l’errore oppure costruire qualcosa di nuovo che generi una bellezza sconosciuta. In fondo le scelte hanno sempre una grammatica binaria, eppure si cercano compromessi nella zona grigia. Si vive a volte pienamente e spesso a mezzo, basterebbe avere coscienza dell’importanza dei no.