libri e scaffali

Molti sono stati aperti una sola volta. Hanno generato curiosità, aspettative. Hanno parlato di un presente che mutava e non si era ancora visto tale, hanno tratto energia consequenziale da un passato, si sono avventurati in un futuro. A volte titubanti, spesso arditi, quasi mai così sicuri da cogliere l’interezza e per questo aperti a più soluzioni. E del resto come si potrebbe? Vedere ciò che accade, seguirne una piccola traccia nel dipanare delle alternative, farsi prendere da un lampeggiare di novità, è già un’avventura che posticipa il tempo, diventa passione del guardare, del capire, allora se a tutto questo dovessimo unire l’intera essenza delle probabilità verificate ci resterebbe solo il contemplare. Il sedere silente davanti a qualcosa di così grande che si mostra e non si esaurisce, come fanno i mistici, gli illuminati, ma se non siamo tali allora ci resta l’intuizione verso un infinito tascabile, a portata presunta d’intelletto.

Così guardo i saggi, i romanzi, i libri irti di regole, quelli bianchi e piccoli che potrebbero ridursi ad una sola pagina perché contengono folgoranti versi, altri più corposi, che custodiscono le essenzialità delle fotografie, in cui nessuno dei partecipanti avrebbe mai pensato di finire e così hanno continuato indifferenti la vita senza neppure ricordare quel curioso armeggiare di macchine e obbiettivi che l’avevano ripresi, ma sono ancora qui, per me, fissati e mobili, pronti a riprendere, con l’immaginazione quella vita che è andata chissà dove. E ancora nei titoli, nei dorsi, nelle pagine a volte segnate e a spesso libere, nel loro allinearsi apparentemente casuale, c’è un segno di ricordo e una traccia del loro futuro. Quei libri si sono spostati con me, mi hanno seguito. Mai docili, spesso petulanti nel loro voler essere scandagliati, forti di un primeggiare che li ha preferiti, ora si mettono disciplinatamente gli uni accanto agli altri.

Sono arrivate cinque nuove librerie, 36 metri di ripiani che si sono riempiti delle pile di volumi, che hanno fatto balzare all’attenzione urgenze di leggere, che alla fine, nell’ordinare diversamente le stanze, hanno fatto contemplare quello che non c’è ancora stato a sufficienza. E che sarebbe offensivo, per loro, per me, mettere ancora una volta in doppia fila. Qui di pazienze in doppia fila ce ne sono troppe e la memoria a volte tradisce perché scorda uno spostamento e non va a letto contenta, la memoria, se non trova ciò che cerca. Ha il suo ordine, che è come un abbraccio e che tiene amorevolmente lo specchio di ciò che si è non di ciò che è avvenuto. Non solo, almeno.

L’ordine ancora non regna, il nitore che è più una fantasia dell’anima, il bisogno di un’armonia che taccia il vociare dell’incompiuto, è un farsi. Oserei dire come il vivere, o più modestamente come il camminare che pur avendo una meta, non è mai uguale, perché gli occhi e il pensiero cercano assieme il conosciuto e ciò che li sorprenderà. Comunque grandi passi innanzi verso una rappresentazione ideale degli spazi, sono stati compiuti. Si sono aperte scatole che hanno atteso pazienti per troppi anni dopo il trasloco. E non erano poche. Ed è stato un continuo riscoprire, salutarsi, complimentare l’aspetto, ma anche vedere come per molto tempo gli editori, abbiamo messo cose importanti in contenitori indegni. E trovare il profitto dei grandi che per piccolezza hanno economizzato sulle rilegature, sulle colle, cosicché libri mai più rieditati ora si sfasciano alla lettura, è un dispiacere. Non dovrebbero esistere libri che diventano un fascio di pagine che si staccano dai dorsi. Nell’immane quantità di cose che vengono stampate dovrebbe esserci un’etica, prima che un’eleganza, che fornisce un prodotto destinato a durare, e non già contenente la propria fine prima ancora di essere letto. Sarebbe un rispetto per chi ha fatto la fatica di scrivere e un piacere per chi leggerà sapendo di poter conservare il piacere a lungo.

Questo riordinare ha prodotto fatica, piacere, ma anche consapevolezza che ciò che non è possibile a noi sarà facile per altri, ovvero disperdere, sminuzzare, gettare, e allora quel titolo che parla di una guerra dimenticata a molti, se gli va bene, finirà in qualche bancarella prima di scomparire in una discarica di carta. Lo vedo spesso entrando nelle librerie che propongono vecchie raccolte, che altri hanno percorso strade non dissimili. In fondo i lettori forti si assomigliano tutti e si nutrono della stessa follia, ovvero quella dell’essere uno e tanti assieme. Bulimici per un sapere che si sa non finire, avidi di umanità e di storie, cercatori di risposte e di bellezza. Fino a poco tempo fa provavo una fatica e una stretta al cuore vedendo molti dei titoli che erano nei miei scaffali, scomposti dal loro luogo e offerti in ragione di rarità e prezzo, mi parevano privati della cura di chi un tempo li aveva scelti. Sembravano sacrificati all’utile che è nemico di chi ama il libro in quest’epoca. Poi ho pensato che nuovi cercatori avrebbero ricomposto diversamente un corpus di curiosità, di attenzioni, e che quella parola, corpus, non era solo una raccolta ma un corpo vero e proprio, un nuovo specchio per una nuova mente simile nella passione.

Nel riprodurre la biblioteca di Babele, Borges parla della custodia di ciò che non si capisce, della follia che coglie chi vuole impossessarsi del tutto, foss’anche il tutto di un solo corridoio della spirale, parla di uno scrittore universale che viene rappresentato da ognuno che scrive un pezzo di quella che un’unica grande storia. Non parla della sorpresa e del piacere che accompagna il lettore quando prende in mano un libro, lo apre, ne legge alcune righe e già parla con una persona che raramente potrà conoscere, ma che è già in un dialogo con lui. Credo sia questo il piacere di leggere, che ogni volta si rinnova.

Ho ancora una scatola da aprire e diverse pile che attendono di disporsi in file, non so perché, ma mi pare bello tutto ciò.

6 pensieri su “libri e scaffali

  1. Ho un relazione lunghissima e intensa con i libri ancora da quando ero bambina:
    sono miei compagni di vita, sono amici, sono insegnanti a volte, ne ho grande rispetto, mi sono cari e preziosi (se poi mi sono stati regalati da una persona a cui tengo e voglio bene essi sono ultra-cari, ultra-preziosi, da conservare con cura ancora maggiore).
    Rappresentano momenti intensi o spensierati della mia vita, di svago, di riflessione, di divertimento, anche e soprattutto di solitudine poiché la lettura è una passione che isola (ma che nel contempo unisce e fa condividere, ma solo dopo).

    Quindi capisco e condivido la tua necessità e desiderio di sistemarli, di averne cura, di trovarli quando ne hai bisogno e voglia.
    Sono sicurissima che hai fatto e farai un buon lavoro e che ne sarai molto soddisfatto.

    Buona sistemazione quindi insieme all’augurio di fare sempre ottime letture.
    Con un sorriso
    buon fine settimana
    ciao
    Ondina 🙂

  2. Condividiamo molto dell’amore per i libri e per ciò che essi mettono a disposizione., Ondina. La confraternita di quelli che non si piegano alla tecnologia è per fortuna grande. Comunque per me i libri sono una compagnia che non è mai silente e sempre amica.
    Grazie per il buon lavoro, mi piace 😊
    Buon fine settimana lungo.

  3. Solo recentemente mi ero convinta a passare al Kindle.
    Per ragioni di spazio soprattutto, perché abitando in un piccolo appartamento non so più dove mettere i libri.
    E anche per un mero motivo economico, dato che la versione e-book è spesso scontata.
    Ma poi sai com’è finita? Che se di un autore leggo un libro sul Kindle e mi piace, poi devo andare in libreria e comprare di quell’autore l’opera omnia cartacea. Vabbè…😊

  4. Il fatto è che oltre al contenuto a me piace l’oggetto libro, Josè, e questo da un bel numero di anni per cui si sono allineati un bel po’ di tomi. Mi piace la carta e i bei caratteri, insomma questi libri sono diventati una passioncella che ho disseminato in più luoghi. Ora stringo la cerchia degli amici, ho un Kindle ma proprio non riesco ad abituarmi e se è vera la sua utilità, non sono un uomo che tiene molto all’utile. Mi veniva da chiedermi qualche giorno fa quanto il piacere coincida con l’utile e non sono riuscito a darmi una risposta “utile” perché mi venivano sempre motivazioni poco ragionali, e quindi inutili. Ho anch’io il problema dello spazio e capisco, così ho foderato le pareti di libri. Tengono caldo appartamento e cuore. 😘

  5. Ciao nuova iscritta, adoro blog che parlano di libri, lifestyle,e tanto altro, adoro leggere e scoprire le idee e i punti di vista degli altri e mi farebbe tanto piacere seguirti, se ti va ti aspetto anche da me baci Manu ❤

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