I colombini, dopo aver depresso i tulipani, crescendoci sopra e stortandoli senza riguardo, sono volati via. Metaforicamente volati, visto che artigliano con piacere la ringhiera e si rituffano tra le piante e insozzano il terrazzino. Pare che questo luogo sia favorevole ad amplessi e idilli, agli amoreggiamenti di colombi incontinenti.
Insomma mi trovo ad essere l’osteria del libero amore dopo tre covate che s’incrociano Kamasutramente tra di loro.
Spero nella pioggia, nella nascita dei tulipani e delle fresie, spero che si riprenda l’elicriso che vedo un po’ provato dalla cova.
Il rosmarino, pusillanime, ha ceduto le armi, resiste il timo e la ruta, furoreggerà la menta impavida. Forse i peperoncini mi faranno il regalo della loro autosemina.
Discosti e per loro conto, due piante di lantana, attendono sornione il primo accenno di tiepido costante.
E i colombi di tre generazioni impazzano.
Deve essere proprio un bel posto, questa osteria del libero amore.
Quasi quasi vengo a farci un giro :))
Hai capito i colombi!
Gli amici sono sempre graditi in questo luogo.
Purché si adattino al caos del proprietario. I colombi non ci badano.
🙂
odio i piccioni da quando mi hanno sporcato il tetto e mi ci sono voluti non so nemmeno io quanti soldi per farlo ripulire…fanno dei danni e portano le malattie… che dire di più! he vadano a vivere in bosco che c’è tanto spazio libero
Non so cosa combinino sul tetto i piccioni, di sicuro non faranno meglio di quanto fanno in terrazzino o in terrazza o nel vicolo. Arriveranno le piogge e laveranno, noi sporchiamo di più il mondo.