Dove ora fiorisce la camomilla, il timo selvatico, e il cardo piumoso,
bacche rosse sfolgorano dalle pietre,
C’è profumo d’erbe d’autunno dov’era la trincea,
e più avanti, sul ciglio d’infinito, l’avamposto diruto ancora guarda la piana.
Attorno, tra schegge di bianco puro calcare,
fosse d’antiche granate non conta di chi fosse in quella ruga, che il declivo conquista ricoprendo di fiori e rami spinosi,
ma lontano gli azzurri monti
e la pianura avvolta di bruma, hanno accolto allora gli sguardi.
Nei giorni di limpido freddo,
luccicava d’acque e riflessi, l’orizzonte,
ed era la bellezza inconsapevole e cruda,
a stringere nel pugno il cuore e la vita.
Non è la prima volta che mi capita, anzi….
ma tu Will hai la capacità, con le tue parole, di mostrare i luoghi che descrivi, riesci a farne cogliere i profumi, le presenze e la storia, in sequenza di immagini.
Bravo davvero!
Spesso mi sono chiesta:
come saranno stati i posti di guerra, il fronte e i panorami intorno, ma soprattutto come li avranno osservati e vissuti coloro che stavano lì a combattere, di qualsiasi nazionalità fossero?
Bella giornata Will
con un sorriso
Ondina 🙂
Concordo con @Ondina : sei bravissimo caro @Wil …. di quella bravura poi, e questo per me conta di più, NON cercata, NON esibita … ma sinceramente tua ! 🙂
Non riesco a non pensare che erano giovani, spesso ragazzi, in un ambiente bellissimo per vivere e in una situazione infernale per morire. E vedevano le stesse cose che vediamo noi per diletto, in una pace di cui non ci rendiamo ben conto.
E il monte si riprende le offese ricevute, li ricopre di piante e nuovi fiori, difficile non pensare che siano un inconsapevole omaggio a chi allora soffri e perse la possibilità di vivere.