Questo sole, di noi indifferente,
mentre dìsseca piante e arroventa aria,
si mostra alla sua estate.
Come da bambini cerchiamo pozze d’ombra,
portici, bocche di cantine,
aria antica e fresca che solletica la pelle.
Non abbiamo più la freschezza delle giovani estati,
l’acqua guasta del fiume,
il pavoneggiar di spruzzi il nuoto,
mostrar l’ardire nell’attraversare.
Ci muoviamo poco,
confinati nel fresco di condizionati luoghi,
usciamo il necessario,
e anche l’anima ne risente
perché il coraggio di mostrarsi ormai s’è sciolto.
È questa, in fondo, la nostra calura
che sbiadisce i colori del presente,
e fa ondeggiare, in indistinta nebbia,
il pensiero di futuro.
Tutto è più definito quando non si è più giovincelli. Il bello della maturità 🙂 bella!
Ho capito con gli anni che l’unica persona a cui devo somigliare sono io. Un bel vantaggio, anche nella nostalgia. 😊
La nostra calura, in casa, resterà sempre un colore fra le ombre più distinto rassicurante sicuro. Forse un’essenziale dolcemente secco. Belli i tuoi versi semplici di uomo bambino. Mirka”Zorba Dance