Le parole sono semplici e vive, spesso gonfie per troppo cammino, ma se ridotte a puro significato, si innalzano e divengono essenza. Diventano lance acuminate di significato, pregne di quella forza che contiene l’emozione. Non serve l’antecedente e il susseguente, si mettono sulla carta, possibilmente con penna e inchiostro perché anche il segno, la sua forza e larghezza, è parte del significato. Sono fonte di meditazione, sino alla sintesi, all’emozione pura. Così si realizza la sintonia tra chi ha tracciato un segno e chi lo legge, ed è una cosa che attraversa la bellezza e va oltre.
La parola si poggia sulla bellezza ma è trasferimento di pensiero, quanto più semplice essa è, ridotta a sequenza minuta, scollegata apparentemente dal tempo e dal contesto, tanto più aumenta il suo potere evocativo. Un dialogo tra menti che non dimostra ma mostra, che non può offendere, che si curva sino a diventare un oggetto intangibile e posseduto definitivamente. Ecco, tutto questo è avventura e influenza la vita, fa essere tra gli altri ma con una dolcezza in più: quella di aver compreso.
Più leggo il tuo scritto e più ne sento la profondità dell’essere in comunicazione diretta senza alcun ausilio .
Comprendere ed essere a distanza come persona nella propria interezza.
Solo così la lontananza si annulla e ci accoglie in abbraccio . Willi che bello ! Grazie 🌹
Grazie a te Francesca, il senso è proprio quello del riuscire a condividere profondamente e annullare la distanza. Potenza della parola quando questa è condivisa.
🤗
Sì, la dolcezza di aver compreso
Ieri sera, Marina, ho rivisto il tabaccaio di Vienna, un film che parla della vita in Austria nei giorni precedenti e immediatamente dopo l’anschluss. Ci sono racconti semplici, il primo amore del protagonista che viene dalla provincia, l’antinazismo e chi si accoda ai nuovi vincitori, la presenza di Freud. Quest’ultimo quasi un babbo natale dispensatore di consigli. Mi hanno colpito le parole semplici del ragazzo protagonista, dove ciascuna aveva un significato corrispondente a un sentire. Credo che in questo ci siano i presupposti per la comunicazione profonda e la dolcezza che essa genera.