Un sogno o una malvissuta paura riga il giorno,
prima d’un crocicchio l’ignoto riposa,
silente ancora dorme con l’illusione e la certezza,
dolcezze che solo il cuore ospita serene,
distratto, intanto, un lavorio di dita segue una piega di carne,
appallottola un pensiero:
c’è l’abbindolarsi che dell’altalena suona il moto tra terra e cielo, mentre immoto resta,
o il desiderio repentino all’alba, poi dolce naufrago nel meriggio,
che nell’insoluto s’infratta, e inatteso scuote, di senso, i suoi piccoli sonagli.
La nebbia che non cade mai ci avvolge,
e apre,
all’abbraccio più dolce di dolcezza, e all’inverno il cuore,
come la tua mano, fredda prima e poi calda nella mia
che cerca e cerco.
Ecco a che servo
e servire è mettersi a sé in disposizione.