Un indeterminato fulgore di sole, di nubi cariche d’acqua, di cenci di brezza, di alberi spogli e di stoppie. E righe d’acqua, riflessi color seppia nelle pozzanghere, dossi di terra smossa, colline puntute di rami. E foglie, ovunque foglie, di colori inattesi o esausti, mai banali, sovrapposte a mucchi. gioco di cani, smosse dal vento, appiccicate dalla pioggia. Foglie nei colori dei lecci e del frassino che riottosi cedono al vento magnificenze e invidia di stagione. Alberi rassegnati che ora mutano foggia e mantello prima d’offrirsi nudi alla stagione e puntare l’attesa dei rami. Foglie e nebbia, scricchiolare di suole, pedate, freddo e bruma che s’inerpica al cielo controluce e spande, trabocca pace. Tanto che il camminare nell’aria ormai fredda chiede ancora tempo. Per sé, per gli occhi, per il pensiero che si stende, per l’attesa lieve della prima luce della sera, per ritardare la notte e il molesto sogno di giorni uguali mentre qui tutto è diverso, mentre qualcosa di nuovo s’appresta…
Che bel sorriso…! Seguendo i tuoi passi, un caro saluto 😊
Grazie Mimi, un sorriso per te 😊