Nella terra della biscia e del rapace
la neve ghiaccia e piange acqua bruna verso i prati.
Nel silenzio attorno non un canto dice,
lontane rade voci e auto corrono verso l’ indifferenza,
nel fosso l’ erba che l’ acqua seguiva s’ avvolge ora in un capigliar di brina.
Le gemme nel bosco attendono,
attorno c’è un seguire d’ orme e fame,
ed io in tanta bellezza misteriosa
non so più che dire,
mi perdo in questo fluire d’acqua e sale,
di ferite aperte e d’aghi che ricuciono,
di sentimenti usati e rigettati,
mentre di bandiere e voci ferme sentirei il bisogno
ma afone le gole ripetono giusta la misura
di ciò che è santo all’ uomo e alla natura
e l’amore mio si perde in un inverno esausto di ferite.
Buon anno Willy 🙂
Buon anno Marta 🙂