l’unghia, la punta della lingua, trovano sempre il graffio e lo percorrono al limite della sensazione.
Restare sulla riga, lasciare o non lasciare quel piccolo medicamento incongruo?
Per navigare sugli equilibri, come il mare avesse una scia difficile e tranquilla tra le tempeste a lato, basta avere cuore.
E pazienza con le indecisioni.
Finché osare è convinzione e togliere per risanare: l’innocenza sta sotto, in quella pelle appena rosea e nuova.
La scia dell’innocenza è rumore per gli occhi che forano anche non vedendo. Questo affermo e da miope altissima so nel suo paradosso. Mirka
Non è che in fondo in fondo (?) si vuole risentire o ricordare un pochino quel male che il graffio ha procurato, Will?
🙂
Magari anche sentire quel che c’era di positivo prima della ferita 🙂