un prisma il silenzio

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Nel consueto persiste una luce
e non si coglie
se non viene mostrata,
è l’intorno che l’aiuta,
un riflesso, un cremisi, un indaco,
qualcosa che tolga
mentre si versa e riempie.
Guarda nello specchio,
oltre te posa lo sguardo e vedi
ciò che da dietro muto ti osserva.
Non è silente, ti scruta,
in te cerca la luce
e ciò che la mostra.
Come fa la roccia prima d’esser capita,
dall’acqua che distrattamente la lucida,
e tra altri infiniti sassi, non s’accorge
che tutti le danno qualcosa
avanti l’esser limacciosa.
Intanto si concede
e scorre spensierata,
felice d’essere sapore e densità,
fresca come il nuovo che si scarta
e ci sorprende ciechi al suo sguardo.
Così ho visto te che bevevi la luce
e il volto troppo schiariva,
pur sorridendo ha i suoi diritti la pelle
e non merita la consuetudine del vedere.
L’acqua era poco distante,
aggiungeva un lampo al pensiero,
e cadeva nel silenzio
ch’è prisma del sentire
mentre scompone suoni e colori:
tenevi il rosso nelle gote
Il carminio delle labbra
e posavi in essi la fiducia del cuore.

6 pensieri su “un prisma il silenzio”

  1. Ti accade di brillare
    dove nessuno bada,
    nella piega ordinaria del giorno
    che diventa straordinario al tuo passaggio.
    Specchio e ombra ti reclamano,
    ma tu versi luce senza misura,
    come acqua che non conosce calcolo
    eppure modella la pietra.
    Non c’è consuetudine nel tuo volto,
    solo il segreto dei colori
    che rinascono in silenzio,
    prismi di cuore affidati all’aria.
    Così ti riconosco:
    nel lampo che sorprende
    e nell’attimo che si apre
    a ciò che è già nuovo.

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