Ci sono dei punti fragili, linee di frattura dove ciò che si rompe ha un profilo netto e un dolore acuto. Sono grafie che l’animo mette a disposizione, non facili da leggere, hanno storie e vedono il futuro. Restano accoste se vengono rispettate, sono segni che possono colmarsi d’oro per essere saldati, ma preferiscono l’attenzione, il meditare sul vuoto e su ciò che tiene assieme. Prima erano uno e lo sono tutt’ora ma diversi e nuovi, bisogna capire come. Adesso raccontano.
Cos’è l’insieme e perché ha bisogno d’essere unito? È questo il senso dell’equilibrio, della sutura che connette e salda il passato, costruito col presente e futuro?
Rabbercia i pezzi chi non è cosciente di sé, chi si dibatte, chi è disorientato e non conosce ancora la differenza tra la profondità e lo stare a galla. Forse per questo ciò che si produce senza coscienza e convinzione, si sgretola e ha bisogno di integrità, di un passato che non sia gettato in disparte ma sia valore.
Sedevano con i loro camici bianchi in tre, due uomini e una donna. Lei prendeva appunti era a lato, l’uomo al centro e parlava con voce più bassa. Chiedeva del presente. Non usò mai la parola sofferenza, neppure dolore adoperò, trasse conclusioni senza chiedere del prima. La donna annotò ogni parola significativa. Ma come faceva a sapere che avevano lo stesso concetto di importanza? Era stato emesso un giudizio. Si sentiva.
L’effetto negativo poteva essere sciolto con una rassicurazione, la causa non aveva dignità d’essere indagata? Con la stessa voce che chiedeva, l’uomo al centro, propose di soffermarsi il tempo necessario per precisare. Lo scrisse.
Fu un punto di frattura, profondo e chiaro, generato separando il prima dal dopo, padre di altre successive fratture e fatica e dolore di suture. Così, avanti, all’infinito, che è poi un non finito, dove il peso, tutto il peso, del discernere ciò che è buono da ciò che non fa bene, ricade sempre su chi si tiene assieme e cerca, trova, i numeri, gli equilibri, così l’opera d’arte del vivere è una scultura mobile di Calder, un tener di buon conto l’aria e l’oscillare. Il senso è ciò che avrà equilibrio e movimento.
Solo se non s’è compreso la frattura non genera e non sublima, ma basta attendere e tutto tornerà ad avere un nesso tra ciò che è stato e ciò che sarà.