C’insegnavano ad avere paure sbagliate,
a temere ciò ch’era naturale,
e l’esser coraggiosi,
era più per buon nostro nome,
che per conoscenza della vita.
Così nel momento della prova,
noi ch’eravamo preparati ad altro,
sentivamo stupiti,
il cuore correre alla gola,
la sua stretta estranea che serrava.
Non s’imparava nulla
e così anche il grido si spegneva
e tornava giù,
in fondo, verso le viscere,
dov’era il buio,
madre di tutte le paure.