esercizi d’onnipotenza

Mentre stavo a fare l’universo, steso sulla sabbia,
pensavo a ciò che non si somma,
alle pere e alle mele,
ai 2 euro e 80 al chilo che mica andavano al contadino,
ma tenevano allegramente le une e le altre,
assieme, nella sacca, pronte ad essere mangiate,
e non mi pareva troppo.
Pensavo al mare che non si stanca delle stagioni e ne racconta una per colore,
ma anche il colore attirava l’attenzione,
si mischiava, cambiava il senso purché ci fosse la fantasia del raziocinio
e una dieta senza costrizione,
insomma cazzeggiavo sui congiuntivi,
scivolavo sulle ipotetiche,
facevo camminare il cane che ognuno porta in sé, con la licenza di defeco.
E mi pareva d’essere onnipotente solo perché c’era il sole,
un pensiero non ancora fatto,
un desiderio pronto ad essere succhiato,
a questo, mi dicevo, serve la svacanza
che è il mandare in vacca il se e il ma
e tenersi l’adesso perché il dopo è troppo.

4 pensieri su “esercizi d’onnipotenza

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