la parola

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La parola volteggiava,

era farfalla d’infinitesimi pulviscoli,

scia di colore che non s’ afferrava.

Era lieta dello scorrere tra labbra, 

del preannuncio d’un pensiero,

dell’altro in cui sorridendo galleggiava.

E mandava luce, susseguiva:

sentiva in sé tensione d’atomi,

scorrer di molecole, distillar di senso, 

così, libera, generava.

Pronunciata e attesa,

era arcano maggiore

voltato e sussurrante mentre l’indeterminato raccontava,

così preciso, attento, che

filtrando tra gli occhi chiusi nel sole

dipingeva mare e cielo assieme.

Forse lo stesso colore, 

ma diverso eppure, come l’anima che ascoltava

e ondeggiava e mutava per un detto , forse sfuggito,

però voluto,

confermato nel muoversi di ciglia.

così il cuore si stendeva, e abbracciando accoglieva 

o fuggiva, rintanando nel sé impaurito,

ma ancora cercava quella farfalla,

quel lampo che scappava tra le dita,

perché dell’anima non si sopporta il grigio 

e neppure la notte

senza del colore la luce e il suono.

 

4 pensieri su “la parola

  1. Possiedi l’arte della scrittura, Will.
    Anche se commento piuttosto poco, leggo sempre i tuoi pensieri.

    A me piace molto il tuo modo di scrivere, lo trovo molto delicato, profondo, ricercato e intenso;
    sai usare molto bene le parole, le scegli con attenzione perché sono preziose,
    le pesi, le ceselli e sei molto severo nella loro ricerca e nel loro uso.
    Insomma sei un “orafo” di esse.

    Altro sorriso 🙂
    Ciao
    Ondina

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