elogio del poco o tanto che viene

Mica tutto si può dire. Si può raccontare l'apparenza, celare tra le righe espliciti enigmi, si può mostrare il mostrabile.

Il mostrarsi non è forse conseguenza del non bastarsi, della solitudine che non si colma?
Fortunati quelli che hanno avuto un grande amore di cui lamentare l'assenza, più disgraziati gli altri che si arrabattano nel costruire un presente che almeno odori di futuro.
È per questo che raccontare il passato ha il profumo dolce dell'elegia, nel mentre dire davvero come si sta, cosa si vorrebbe, raccontare la propria debolezza, non può essere cosi esplicito. Non viviamo nel dolore e neppure nella gioia, ma in un infinito relativo crepuscolo da cui trarre luce. In questo relativo, decifrare, se c'è interesse, passione, è la condizione di un futuro. Non ci si appassiona al passato, e in questa verità c'è il senso di ciò che si desidera, si mostra, si dice.

4 pensieri su “elogio del poco o tanto che viene

  1. O quanta verità, Will!
    Solo con pochi “eletti” (rarissimi meritano di sapere) si prova a mostrare quello che si è e si sente, per lo meno nel modo più vicino possibile al reale.
    Non è detto che ci si riesca, ma in quei casi il tentativo di raccontare, raccontarsi e dire, si fa.

    Un sorriso e un augurio per una bella giornata
    Ondina 🙂

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