Ci sono molti birignao, luoghi comuni, paccottiglia e saggezza a metro. Cose che sembrano prive d’intelligenza e di profondità. Collage e rimasticature. Ma prima di girare la testa infastiditi, perdiamo un minuto per capire cosa c’è dietro quello che consideriamo kitsch. Cosa pensano queste persone che sembrano avere un pensiero superficiale e sopratutto sembrano non pensare per loro conto. Chi le ha educate a dare forma alle loro emozioni con pensieri altrui? Le loro non sono forse le stesse emozioni che prova chi ama indipendentemente da intelligenza o grado di cultura? Oppure si pensa che l’emozione sia funzione della capacità di apprendere? Non c’è una eguaglianza nella capacità di sentire? Perché se così fosse, ed è una tentazione non solo snobistica, alla superiorità economica e a quella intellettuale, si aggiunge quella del sentire, il che basta per mettere un dominio nel dominio, una discriminazione nella discriminazione. In fondo l’intelligenza dà il meglio di sé quando attacca il potere, ne dimostra l’inconsistenza dei presupposti partendo proprio dall’eguaglianza. Quando attacca il comune sentire rifiutandolo e basta, quando non ha la funzione di far emergere la persona, si pone oggettivamente al servizio del potere che l’asserve. Si può pensare alto, essere comprensibili solo a sé, ma bisognerebbe ricordare che nel luogo comune si annida la stessa trappola e la stessa intelligenza di chi sa usare bene il rasoio di Occam. Allora indagare nelle pieghe del banale fa scoprire non poco di noi e forse lo rende meno banale, nei sentimenti in particolare, visto che sono così eguali. Forse la sfida maggiore non è la tecnologia, è piuttosto innalzare il senso comune, renderlo un po’selettivo, magari schifiltoso, ma cosciente.
Un post che fa riflettere anche a una come me schifiltosa ma sempre un’entusiasta.
Schifiltosa entusiasta, una bella categoria dell’essere, Mirka