Il potere non ha amici. Basterebbe ricordarsene quando lo si esercita, ed è un dovere esercitarlo se l’hai cercato e accettato. Basterebbe saperlo quando hai folla attorno, quando le lodi sono eccessive. Lo sono sempre e lo sai. Basterebbe capirlo quando ti parlano male dei tuoi avversari, per cercare il tuo consenso. Basterebbe che te ne facessi una ragione e non cercassi l’amicizia dove non c’è. C’è una diversa solitudine nel potere, una solitudine che inebria, che distacca. Non è la solitudine che acquieta, ma quella che inquieta ed isola. Bisognerebbe combattere il potere che porta via da noi, riportarlo a servizio, a coscienza del non essere indispensabili, ma solo portatori di un’idea che ha la grande occasione di diventare realtà. Basterebbe capire che si è davvero soli, e accettarlo. Per quanto dura. E non cercare di farlo durare per sempre.