dialogo sulla bellezza

b.: credo che la sensualità e la bellezza abbiano aspetti soggettivi, personali, e che quelli si dovrebbero riconoscere per star bene con sé. Gli altri sono aspetti oggettivi, di relazione, ovvero quelli che gli altri riconoscono in noi perché sono parti di un canone comune.

A.:sentimi bellezza mia, io invece credo che la bellezza e la sensualità siano solo oggettive e comuni, cioè semplificando al massimo: io posso essere sensuale e bella per tizio o caio o per te, ma non per tutti se non sono davvero bella. L’attrazione fisica, sessuale, mentale è fatta di questo.

b.: certo, ma parliamo di cose diverse, tu ti fermi ad una idea di bellezza da rivista, mentre sei bella e sensuale sia oggettivamente, che soggettivamente ed entrambe le situazioni non dovrebbero impedirti di sentirti bella sempre e comunque. Anzi dovresti accettare che qualcuno veda la tua bellezza dove tu non la vedi e vedere dove indica il suo dito prima di escluderla. Solo così esci dallo stereotipo che ti condiziona. Prova a scoprirla, riconoscerla, non fermarti all’apparenza.

A.: sarà, a mio avviso tu costruisci relazioni per la tua testa, il mondo non funziona così, neppure la biologia funziona così.

b.: se questo fosse ci sarebbe un’idea stabile di bellezza e saremmo classificati alla nascita. Questo va bene per il senso comune, ma tu prova a vederti davvero, non con gli occhi degli altri, con i tuoi e senza specchio e scoprirai qualcosa che è solo tuo. Chiediti se è bello, riconoscilo come tale e la tua sicurezza di te, solo per te, sarà nuova, non soggetta al tempo. Lascia che la tua bellezza sia e basta.

7 pensieri su “dialogo sulla bellezza

  1. La sensualità è misteriosa come la bellezza.Inafferrabile sempre e,preda per palati fini,mai sazi, forse un pò gelosi.Loro sanno cosa significhi essersi avvicinati al fuoco che li ha condannati a bruciare senza bruciarsi,veramente.Da lì il loro essere insaziabili a cercarla, sempre.Timorosi certo che, altri “si” tentino invadendone la terra e lasciando il segno di uno scempio,lontanoda quella emozione che porta al pensiero d’una sorgente di primigenitura e lì restare. Addosso la meraviglia d’innocenza che vide Pan e anche Dio nella creazione del bello che porta al buono.Miscuglio dunque di sacralità fatta di terra rimandata agli occhi dove non c’è parola ma solo luce. Questo è ciò che sento io.Opinabile ovvio,ma mio questo “sentire”.Mirka

  2. Ci sono aspetti soggettivi, certo. Ma ci sono persone esteriormente brutte e questo offusca anche la bellezza interiore. Ovviamente vale il contrario. Mi chiedo cosa pretenda A se può giovare sia di una bellezza esteriore che di una interiore. La bellezza assoluta? Non esiste un canone neanche per l’arte, figuriamoci per un essere umano. Neanche essere belli sempre o brutti sempre è possibile, sono percezioni legate al sentire oltre che all’acume della vista. Dico… e tu ci stai anche a parlare con questa qua? 🙂

  3. In verità non riesco a seguire i tuoi ragionamenti, costruiti a metà strada tra analisi psicologica e combinazione biochimica!
    E’ tutto relativo?!
    E’tutto dato per approssimazione?!
    Forse il punto del “monologo sulla bellezza” è porsi le domande giuste, non in termini psicologici, ne biochimici, ne tanto meno estetici.

    P.S. Da grande cultore della musica, non ho mai capito, scusa la franchezza, che centra la bellezza che quelle schifezze musicali che i Beatles hanno prodotto, quando poi nel periodo c’erano personaggi, per dirne qualcuno, che facevano vera musica, Chet Baker, Dave Brubeck, Paul Desmond, Stan Getz… … …?!

  4. Diciamo che anziché essere tutto relativo, non è tutto assoluto. Nel dialogo con la mia amica cercavo di farle capire che la bellezza (in questo caso il termine è inesatto perché dovrebbe essere tradotto con il termine di virtù intesa in senso di capacità propria, intrinseca) che ciascuno di noi possiede è cosa diversa da quella che costituisce il canone di confronto con gli altri. Noi comunichiamo bellezza e riceviamo bellezza come prodotto culturale e non come proprietà assoluta. Ti faccio un esempio, i piedi piccoli e deformi di una cinese del secolo scorso era un canone importantissimo di sensualità e bellezza, ma in quella cultura non nella nostra. Allora se l’assoluto è in noi, in ciò che ci è peculiare e differente da chiunque, il relativo lo mostriamo attraverso la somiglianza con un canone, ed è il mezzo più facile per comunicare la nostra bellezza condivisa. Quindi porsi le domande giuste è quello che hai ben individuato, con una supremazia del conosci te stesso.
    Sulla musica, prediligo la musica classica, ma ascolto di tutto, con qualche problema per la musica atonale e per quella seriale. I Beatles certo facevano musica pop , ma credo non abbiano mai preteso altro, piuttosto bisogna chiedersi perché la musica apparentemente banale suscita così tanta emozione nei giovani e non solo? In questo caso la bellezza è nell’emozione suscita che travalica molto la qualità intrinseca musicale di un brano. Quest’epoca per cosa verrà ricordata in musica? In ciò che l’ha messa assieme.

  5. Scusami per il modo con cui ho definito i Beatles, ma quando si parla di banalità, apparente o meno che essa sia, mi partono i nervi(!?)
    E’ vero, la bellezza sta negli occhi di chi guarda, forse di chi ascolta…?!
    Circa la nostra epoca, come la musica, sarà ricordata come un’epoca caotica e quindi una musica contaminata, in fondo tutto nacque dal caos… … …?!
    Cordiali saluti

  6. polemos è madre di tutte le cose 🙂
    Musica, letteratura, arte, ci sarà pure qualcosa che emergerà, che sarà simbolo e continuerà a parlare. O almeno lo spero.

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