b.: credo che la sensualità e la bellezza abbiano aspetti soggettivi, personali, e che quelli si dovrebbero riconoscere per star bene con sé. Gli altri sono aspetti oggettivi, di relazione, ovvero quelli che gli altri riconoscono in noi perché sono parti di un canone comune.
A.:sentimi bellezza mia, io invece credo che la bellezza e la sensualità siano solo oggettive e comuni, cioè semplificando al massimo: io posso essere sensuale e bella per tizio o caio o per te, ma non per tutti se non sono davvero bella. L’attrazione fisica, sessuale, mentale è fatta di questo.
b.: certo, ma parliamo di cose diverse, tu ti fermi ad una idea di bellezza da rivista, mentre sei bella e sensuale sia oggettivamente, che soggettivamente ed entrambe le situazioni non dovrebbero impedirti di sentirti bella sempre e comunque. Anzi dovresti accettare che qualcuno veda la tua bellezza dove tu non la vedi e vedere dove indica il suo dito prima di escluderla. Solo così esci dallo stereotipo che ti condiziona. Prova a scoprirla, riconoscerla, non fermarti all’apparenza.
A.: sarà, a mio avviso tu costruisci relazioni per la tua testa, il mondo non funziona così, neppure la biologia funziona così.
b.: se questo fosse ci sarebbe un’idea stabile di bellezza e saremmo classificati alla nascita. Questo va bene per il senso comune, ma tu prova a vederti davvero, non con gli occhi degli altri, con i tuoi e senza specchio e scoprirai qualcosa che è solo tuo. Chiediti se è bello, riconoscilo come tale e la tua sicurezza di te, solo per te, sarà nuova, non soggetta al tempo. Lascia che la tua bellezza sia e basta.