Il vento è arrivato da ovest e poi si è girato da est. La bandiera sul tetto, l’ha seguito, un po’ confusa da queste folate, e così si è piegata e sfilacciata in brandelli senza gloria. E’ arrivato improvviso ed è durato tutta notte con scrosci di pioggia. Neppure la luce l’ha fermato, ed è parso strano perché qui il vento spira forte solo nei cambi di stagione. Ma lui forse non lo sa e ha gettato contro case e alberi, una fredda pioggia notturna, poi col mattino la neve e poi di nuovo la pioggia. Alla fine è rimasto solo lui, che ora nella nuova notte fa vibrare ringhiere, scuote alberi e rami, schiocca tele, dissemina il buio di rumori. Nel buio cerco d’indovinare la tenda dimenticata dall’estate, la lamiera del cantiere vicino, qualche porta malchiusa che sbatte, e tutti gli orifizi che ora suonano note di basso. Ma il vento non è contento di vuotare le strade, di portare ovunque cose e rifiuti, così a tratti preme sui vetri, li scuote con rabbia e poi per un attimo quieta per illudere il sonno. Non porta profumi come in altre stagioni, è forza senza nome che agita ed inquieta uomini e animali prima del sonno.
